In attesa di trasloco Smp diventa regina delle pompe bianche

San Marco Petroli ha rilevato gli impianti di Omv La sua rete conta oltre cento distributori con prezzi low cost
Di Gianni Favarato

L’amministratore delegato della San Marco Petroli (Smp) e presidente di Smp distribuzione, Pierpaolo Perale, il prezzo in «fascia bassa» di benzina e gasolio lo stabilisce tutte le mattine al suo tablet, dopo aver controllato i prezzi degli altri nel listino elettronico di Platts, l’agenzia di Londra che dal 1909 definisce il valore di vendita della benzina e biodiesel, giorno per giorno.

Pochi centesimi in più o in meno fanno la differenza e Smp riesce a fare un prezzo concorrenziale grazie, come spiega Perale «ai fornitori di tutto il mondo, partner delle pompe bianche e alla ottimizzazione della nostra filiera produttiva».

Seppure contenuto, lo sconto c’è, ma i «margini di utile», aggiunge l’amministratore delegato, «in un settore quotato in dollari, condizionato dalle crescenti tasse e accise imposte dallo Stato e sempre più costretto a fare i conti con una costante riduzione dei consumi di carburanti nel mondo, sono minimi». Smp ha il suo parco con 24 giganteschi serbatoi, tra via dell'Elettronica e via Malcontenta - dove dispone di scalo ferroviario, banchina portuale sul canale Sud e pensiline di carico per le autobotti che riforniscono le pompe - ma nel giro di pochi anni si dovrà spostare, come prevede l’Accordo di Programma del 2008 in un’area più interna, affacciata sul canale, tra i depositi della Decal e quelli di Pagan. Fu fondata nel 1962 da un gruppo di operatori locali per far fronte della crescente domanda di prodotti energetici derivante dallo sviluppo industriale degli anni ’60: costruirono il parco serbatoi a ridosso del centro abitato di Malcontenta. Controllata fino al 1997 da una finanziaria del Lussemburgo che faceva capo all’imprenditore Giancarlo Zacchello, è ora controllata da una holding (Intertank) con sede a Saren in Svizzera che ha anche creato un’apposita società (Smp distribuzione srl), per gestire la sua rete di distributori pompe con prezzi concorrenziali rispetto alle tradizionali società petrolifere mondiali e poco più cari di quelli praticate dalle pombe bianche, prive di un marchio specifico.

In tutto, tra i depositi di Malcontenta (dove esistono anche gli impianti di miscelazione dei prodotti e le pensiline per le autobotti ) e gli uffici della società di distribuzione, conta una settantina di dipendenti e un fatturato annuo complessivo di poco più di i 1 miliardo di euro nel corso del 2011.

Il grande salto lo ha fatto due anni fa, rilevando la rete di distributori low cost del gruppo austriaco Omv e investendo 2 milioni per il restyling degli ex impianti Omv e aprire nuove pompe (di sua proprietà e gestione diretta o afffidate in comodato a gestori o convenzionati). Ora ha anche un suo marchio - color giallo oro e amaranto con la testa stilizzata di un leone - e di pompe ne ha 102, dislocate in tutto il Nordest, da Verona a Venezia e Trento, tutte rifornite con carburanti raffinati nei mercati emergenti dell’Est europeo e del Medio Oriente.

«In Europa gli impianti di raffinazione non ce la fanno a tenere testa, in termini di costi e prezzi conseguenti, a quelli nuovi costruiti accanto ai pozzi petroliferi», sottolinea Perale, «in quanto a noi non siamo preoccupati per il fatto che gli impianti si trovano in una zona, quella del Nordest, ad alta competitività soprattutto per la forte presenza di pompe bianche. È un’area molto particolare ma noi abbiamo la fortuna di avere i nostri depositi in una posizione logisticamente favorevole che miglioreremo ancor più quando ci sposteremo a Porto Marghera».

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