In arrivo tesoretto di 10 milioni
Alla fine è arrivato dal Consiglio dei Ministri il via libera al famoso decreto sugli enti locali che “regalerà” anche al Comune di Venezia circa 7 milioni e 300 mila euro sotto forma di minori penalizzazioni per lo sforamento del Patto di Stabilità 2014 che daranno un po’ di respiro in più al nuovo sindaco della città che tra pochi giorni prenderà il posto del commissario straordinario Vittorio Zappalorto. Non è finita, perché lo stesso Consiglio dei Ministri l’altra sera ha stanziato un contributo di 530 milioni di euro ai Comuni per l’integrazione di Imu e Tasi e un paio di essi dovrebbero arrivare - sulla base delle stime - anche a Venezia. Il nuovo sindaco - che sia Felice Casson o Luigi Brugnaro - si troverà dunque a disposizione un gruzzolo di poco meno di 10 milioni di euro per alleggerire almeno in parte i tagli decisi da Zappalorto, che ha già approvato il bilancio di previsione 2015, mettendolo dunque in sicurezza.
In particolare, 5 milioni potrebbero essere utilizzati per ripristinare almeno in parte il fondo di produttività dei tremila dipendenti comunali che è stato completamente azzerato dal commissario e una parte di altre risorse per affrontare il problema dei precari comunali che rischiano di perdere il posto di lavoro, e di cui riferiamo a parte.
Il nuovo sindaco avrà anche qualche disponibilità ulteriore, a cominciare dai 3 milioni di euro per il beneficio pubblico sul Fontego dei Tedeschi, che non sono stati contabilizzati in bilancio. Il decreto del Governo prevede esclusioni dai vincoli del Patto di Stabilità per Comuni sedi di Città Metropolitane - come Venezia - per gli interventi fino a 700 mila euro cofinanziati con i fondi strutturali dell’Unione Europea. Inoltre prevede riduzioni delle sanzioni in caso di sforamento del Patto di stabilità; una proroga al 30 giugno del termine per il riaccertamento straordinario dei residui degli enti locali previsto per il 30 aprile; assunzioni a tempo determinato nelle Città Metropolitane e nelle Province, anche se hanno sforato il Patto; la rinegoziazione dei mutui e le risorse derivanti possono essere riutilizzate dagli enti locali senza vincolo di destinazione.
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