Imprenditori italiani dietro le scarpe “tarocche”
DOLO. Due laboratori del falso in Riviera del Brenta gestiti da italiani sono stati smantellati da una operazione della guardia di finanza di Mirano. Sono state sequestrate calzature contraffatte, materiali ed apparecchiature per il loro confezionamento. L’esito dell’operazione messa a segno dalle Fiamme Gialle, parte da lontano e cioè quando nei mesi scorsi, sono stati sequestrati dei prodotti taroccati ad un venditore ambulante. I finanzieri a quel punto hanno ricostruito la filiera produttiva e commerciale, fino ad individuare due opifici che si trovano Riviera. A quel punto è scattato il su delega della Procura della Repubblica di Venezia, che ha consentito di ritrovare e sequestrare calzature, già pronte ad essere commercializzate, con marchi di fabbrica contraffatti di note griffe nazionali ed estere.
C’erano inoltre semilavorati e notevoli quantità di materiale pronto per il confezionamento della merce taroccata. A questo punto per stroncare alla radice una attività illegale che rischia di distruggere un intero comparto, la guardia di finanza di Mirano oltre a sequestrare la merce falsa ritrovata, ha anche messo sotto sequestro i due laboratori clandestini.
Gli imprenditori disonesti infatti, lavoravano senza alcuna autorizzazione e senza alcun rispetto delle leggi sul commercio e sicurezza nei luoghi di lavoro. La Finanza sta conducendo inoltre degli approfondimenti di natura fiscale al fine di verificare eventuali sproporzioni fra i redditi dichiarati ed i patrimoni posseduti dagli indagati, cioè dai due imprenditori rivieraschi disonesti.
L’attività delle Fiamme Gialle dopo questa operazione in Riviera del Brenta proseguirà spedita. Il filone su cui si intende fare attenzione è quello dei laboratori clandestini mimetizzati all’interno delle abitazioni. Una tecnica questa utilizzata per sfuggire a sempre più stringenti controlli della recente task force anticontraffazione messa a punto dalle Fiamme Gialle. Sulla questione arriva subito il commento di Riccardo Colletti segretario provinciale della Filctem Cgil che ha istituito un numero verde invitando i lavoratori a segnalare laboratori clandestini a cui i calzaturifici fanno riferimento per produrre parti dei loro prodotti. «Stavolta quello che è stato scoperto è ancora più inquietante», dice Colletti, «A compiere queste truffe non sono come si pensa imprenditori stranieri, ma italiani. Per fermare questo fenomeno è necessario al più presto istituire il marchio delle produzioni calzaturiere Made in Riviera del Brenta. L’accordo è stato fatto invitiamo Acrib a individuare l’ente certificatore al più presto».
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