Impianto Gpl, Roma concede la proroga

Costa Bioenergie avrà altri due anni per costruire il deposito. Il cantiere però resta chiuso per l’ordinanza del sindaco

CHIOGGIA. Da Roma un nuovo ok per l’impianto Gpl di Punta Colombi. Ieri è arrivata la proroga concessa dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) e dal ministero delle Infrastrutture (Mit) per il cantiere della Costa Bioenergie.

Oggi scadono i due anni di tempo concessi dal decreto interministeriale del 2015, ma ieri Mise e Mit hanno concesso alla ditta altri due anni di tempo per portare a termine i lavori. La notizia ha raggelato l’amministrazione comunale, che ha firmato due settimane fa l’ordinanza che sospende i lavori per la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica, e il comitato No Gpl che oggi doveva scendere in piazza per “festeggiare” la scadenza dei due anni a cantiere fermo.

La nota dei ministeri, firmata dal direttore generale del Mise, Gilberto Dialuce, è arrivata giusto 24 ore prima della scadenza dei termini. Si motiva la proroga con la necessità, indicata da Costa Bioenergie, di tempi supplementari per eseguire alcuni lavori particolari per le fondazioni richiesti dalla Soprintendenza. «I ministeri si contraddicono fra di loro», spiega il vicesindaco Marco Veronese, «e Chioggia resta con il proverbiale cerino in mano. Il ministero dei Beni culturali ci impone di sospendere i lavori perché manca l’autorizzazione paesaggistica, ma oggi il Mise concede la proroga perché è tutto regolare. Il Mise non ha accolto le osservazioni che abbiamo inviato perché non fosse concessa la proroga spiegando che il materiale raccolto riguarda l’originario provvedimento autorizzativo, ormai consolidato, e che quindi non è attinente all’attuale procedimento di proroga. Mentre a Roma va in scena l’ennesimo, vergognoso cortocircuito burocratico, a Chioggia viene impedito di esercitare i propri diritti. Siamo curiosi di vedere come andrà a finire, anche se questa novità ci preoccupa moltissimo».

Ovviamente opposta la reazione dell’azienda che ritiene la proroga un fatto “non eccezionale e che conferma la regolarità dell’iter”. «Non è un fatto straordinario», spiega l’ingegnere Luca Moroni, amministratore unico di Costa Bioenergie, «era un’eventualità già prevista nel provvedimento autorizzativo originario. Il ministero riconosce che la società, pur avendo dato immediatamente corso ai lavori, per adempiere a regola d’arte alle indicazioni via via suggerite dagli enti coinvolti e sopperire alle difficoltà e ai ritardi, non dipendenti dalla propria volontà, non ha potuto eseguire i lavori nei tempi inizialmente indicati e ci concede di continuare i lavori fino al 26 maggio 2019. Ribadiamo la serietà e la correttezza del nostro operato, la sussistenza di tutte le autorizzazioni di legge per realizzare il deposito nonché la volontà di proseguire i lavori nel pieno rispetto delle regole e della sicurezza». Costa Bioenergie sta predisponendo il ricorso al Tar per opporsi all’ordinanza comunale di ripristino dello stato dei luoghi entro 120 giorni. «In attesa delle decisioni della magistratura», spiega Moroni, «abbiamo comunque deciso di sospendere provvisoriamente i lavori».

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