Impianto gpl, i dubbi dei comitati
CHIOGGIA. Regolarità dei varchi di accesso, necessità della Valutazione di impatto ambientale (Via), revoca del finanziamento per la banchina A, piano di sicurezza. Tutti temi caldi che sono stati al centro della commissione congiunta (porto, sicurezza, ambiente, urbanistica) sull’impianto gpl che si è tenuta ieri su richiesta delle opposizioni per far il punto sulle azioni che l’amministrazione sta portando avanti per opporsi al progetto.
«A pochi giorni dal grande corteo (28 aprile) e dall’udienza del Tar (10 maggio)», spiega la capogruppo del Pd, Barbara Penzo, «è giusto tirare le somme sulle questioni aperte. Chiediamo di sapere che fine farà il primo varco di accesso, quello a nord, dichiarato abusivo dal Comune e dal Tar, capire cosa abbia portato la diffida alla Città metropolitana per non aver preteso la Via, cosa sia emerso dalle ultime riunioni del Ctr (Comitato tecnico regionale) dei vigili del fuoco».
Il primo varco, che peraltro non interessa più alla ditta che sta utilizzando da settimane il secondo (100 metri più a sud) previsto dal progetto originario, sarà demolito entro il 12 maggio. «Il nostro ufficio urbanistica», spiega il vicesindaco Marco Veronese, «ha firmato l’ordinanza, il 12 aprile scorso, per la messa in pristino del varco e la ditta ha già fatto sapere che provvederà entro i 30 giorni stabiliti. Il Ctr ha spiegato che sta attendendo che la ditta elabori il piano particolareggiato sulla sicurezza dell’impianto a terra. Noi pensiamo che sia sbagliato procedere per compartimenti stagni, il piano di sicurezza deve comprendere la parte a mare, con l’arrivo delle gasiere, e il transito delle autobotti».
Molti consiglieri hanno chiesto lumi sulla revoca del finanziamento (2.8883.000 euro) concesso dalla Regione a Aspo per realizzare la banchina A.
«Pretenderò di avere tutte le spiegazioni», spiega Gianluca Naccari (M5S), delegato dal sindaco a rappresentarlo nel cda di Aspo, «leggendo i documenti emerge che il finanziamento viene revocato perché legato a un intervento di sviluppo complessivo del porto, modificato in corso d’opera con infrastrutture che serviranno al travaso del gpl, e quindi a uso esclusivo di una ditta». Su Aspo i punti interrogativi sollevati dai consiglieri e dalla platea, in cui sedevano esponenti del comitato No Gpl, sono stati parecchi. «Il cda di Aspo», spiega Giuseppe Casson (Chioggia è libera), «si è trincerato dietro il parere richiesto lo scorso anno all’avvocato Domenichelli per capire se c’erano anomalie nell’iter con cui è stato autorizzato l’impianto. Quel parere è carente sotto molti punti di vista, bene avrebbero fatto i consiglieri a contestarlo perché sostiene molte inesattezze. Sono invece contento che la Regione si stia muovendo e abbia chiesto lo storno del finanziamento concesso». «Di fronte a un parere legale», spiega il sindaco Alessandro Ferro, «ci siamo confrontati dentro Aspo e si è deciso di non assumere atti di revoca delle autorizzazioni per non esporsi a un sicuro contenzioso. Forse si poteva chiedere un secondo parere, ma se fosse stato opposto ne sarebbe servito un terzo e così via».
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