«Impianto Gpl, Comune muto sul secondo varco»
Chioggia. Il presidente del comitato per il Porto accusa l’attuale Amministrazione di non essersi opposta alla richiesta di Costa Bioenergie nel mese a disposizione
CHIOGGIA. Scaduto il mese per presentare le osservazioni contro l’istanza per aprire il secondo varco per l’impianto gpl. Lo precisa il presidente del comitato rilancio del porto, Alfredo Calascibetta, che accusa il Comune di aver perso un’occasione per ribadire la contrarietà. Nello sfogo di Calascibetta c’è spazio anche per l’Aspo che ha espropriato i terreni con soldi pubblici, affittati a Costa Bioenergie e mai iscritti al Demanio.
Il secondo varco continua a tenere alta l’attenzione. Comune e Autorità di sistema portuale si sono rimpallati le responsabilità, ma agli atti rimane l’istanza per ottenere la concessione che Costa Bioenergie ha presentato il 17 novembre all’Autorità di sistema. «È stata pubblicata il 21 novembre», precisa Calascibetta, «e dava 30 giorni per opporsi. Non ci risulta che il Comune sia intervenuto con osservazioni. A oggi le concessioni dei terreni di Punta Colombi sono regolarmente di Aspo, passaggi avvenuti con i consensi delle precedenti Autorità marittime dal 2009 al 2014 e dei precedenti governi locali. L’area demaniale sotto la giurisdizione dell’Autorità marittima oggi comprende solo i 12 metri di ciglio banchina. Curioso anche osservare come la banchina di Punta Colombi sia stata realizzata e adeguata nei fondali dall'Aspo, che però per il dragaggio delle banchine portuali e per lo sviluppo dei traffici commerciali di Val da Rio non aveva fondi. La banchina di Punta Colombi non è ancora collaudata e autorizzata». Calascibetta ritorna anche sulla gestione dei terreni della zona di cantiere. «A suo tempo», spiega il presidente del comitato del porto, «il tutto avvenne nel silenzio più totale del Comune. I terreni orticoli dei privati furono espropriati, liquidati e poi dati in affitto. Riteniamo inutile che ora il vicesindaco Veronese invochi un intervento dell’Autorità di sistema perché le aree non sono ancora passate sotto la sua competenza. Al momento non ha nessuno strumento giuridico per potere intervenire su una questione che ha ereditato. Ricordiamo anche che a Punta Colombi era stato destinato il mercato ittico e poi, all’improvviso nel 2013, si cambiò rotta tirando fuori la favola dell’isola dell’Aleghero… Come mai? Evidentemente qualcuno sapeva che a Punta Colombi sarebbe arrivato altro. La politica aveva margine per opporsi, ma qualcuno nella stanza dei bottoni aveva già deciso. Oggi finalmente abbiamo un’Autorità di sistema a cui, noi che conosciamo il porto, ci rivolgeremo per invertire la rotta dello scalo commerciale di Val da Rio, lasciando alla Procura l’onere di chiarire la vicenda gpl».
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