Impianto gpl, candidate all’attacco di Casson

Chioggia. Segantin e Penzo accusano il sindaco di poco impegno ma lui promette che non si farà

CHIOGGIA. Tutti contro Casson per l’impianto gpl di punta Colombi, ma il sindaco promette che non si farà. È ancora bufera sul gpl che rimane il tema più caldo della campagna elettorale. La candidata del Pd Barbara Penzo addossa tutte le colpe al sindaco uscente, la candidata di ChioggiaViva Marcellina Segantin esibisce pacchi di documenti che ricostruiscono l’iter che ha portato al via libera, ma Casson assicura di aver fatto tutto il possibile per fermarlo. «Basta guardare le carte per capire di chi sono le colpe», spiega la Segantin, «tra il 2013 e il 2014, la giunta Casson (dove ancora sedeva il Pd, ndr) decideva di spostare il mercato ittico da Val da Rio alla barena dell’Aleghero per lasciare campo all’impianto gpl.

Il 22 agosto 2014 la giunta ha dato parere favorevole all’ubicazione a punta Colombi spiegando di aver trovato un sito alternativo per il mercato ittico che aveva causato prescrizioni nel parere rilasciato nel 2012». La Segantin torna anche a sottolineare l’assenza del sindaco nelle due conferenze dei servizi che si sono tenute al ministero dello Sviluppo economico per raccogliere i pareri in vista dell’autorizzazione. Ricorda anche che l’originaria richiesta per un impianto di bunkeraggio da 1.350 metri cubi si è trasformata strada facendo in una per un impianto di tre serbatoi per 9.000 metri cubi di gpl. «Ricostruendo i fatti emergono parecchi interrogativi», sostiene la Segantin, «dov’era Casson quando si doveva decidere? Perché ha iniziato a dare battaglia solo quando il caso è diventato pubblico? Delle due, l’una, o il sindaco sapeva cosa stava accadendo e gli stava bene, o nulla sapeva, dimostrando inadeguatezza a amministrare la città». Richiesta di puntualizzazioni anche dalla Penzo. «Renda conto dei motivi per cui non ha partecipato alle conferenze di servizi», spiega, «continua a tenere all’oscuro la città sulle sue mosse, di recente si è recato alla Commissione Grandi Rischi e non ha fornito alcun riscontro». Il sindaco rigetta al mittente le accuse. «Trovo disgustoso che la Segantin per calcolo elettorale continui a ingannare i cittadini», spiega Casson, «se potrò continuare l’azione intrapresa l’impianto non sarà mai realizzato. In tutte le sedi ho manifestato la contrarietà della città a un intervento che, oltre alla pericolosità, pregiudicherebbe in modo irreparabile lo sviluppo del porto. La candidata del sindaco di Venezia anziché spacciare l’autorizzazione a un impianto di rifornimento barche per il nulla osta al gpl, ci dica cosa pensa il suo padrino Brugnaro che sulla salvaguardia della laguna dovrebbe avere qualche idea. Io sono in grado di promettere che il gpl non si farà nonostante a Venezia qualcuno tifi contro».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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