Impianto gpl a Val da Rio «Bloccherà tutte le navi»
CHIOGGIA. L’arrivo di una montagna di sabbia scatena di nuovo forti preoccupazioni sulla realizzazione in Val da Rio nord dell’impianto di stoccaggio di gpl. Da qualche giorno il cumulo di sabbia, soprannominato da molti la piramide egizia, ha riacceso i riflettori sulla vicenda che sta provocando ansie non solo ai residenti della zona, ma anche ai pescatori e alle imprese portuali per le norme di sicurezza, rigidissime, che imporranno limiti al movimento delle navi mercantili e pescherecce nei momenti in cui arriveranno in banchina le gasiere.
Il caso è scoppiato un paio di mesi fa quando in commissione consiliare è stato illustrato il progetto della Costa Bionergie per realizzare un deposito di oli minerali con stoccaggio di gpl a Punta Colombi (sito che era stato anche indicato tra i possibili luoghi in cui realizzare il nuovo mercato ittico all’ingrosso). L’iter autorizzativo è passato sopra la testa dell’amministrazione comunale che si è limitata a rilasciare i permessi urbanistici. Il progetto prevede che siano realizzati tre serbatoi di 3.000 metri cubi ciascuno che ospiteranno il gpl portato via mare che sarà caricato sulle chiatte che via fiume, attraverso Canal di Valle e il Po, serviranno tutta la pianura padana e, con le autobotti, le stazioni di servizio della zona. Secondo la ditta questo eviterebbe un tortuoso percorso intermodale (navi, treni e camion) con un aumento della sicurezza stradale e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Secondo i residenti, i pescatori e le imprese del porto si tratta invece di una bomba a orologeria piazzata a ridosso del centro storico con ricadute negative sui movimenti di ingresso delle navi.
Nei giorni scorsi il Pd ha protocollato la richiesta di un Consiglio aperto perché cittadini e categorie possano partecipare al dibattito. «Il sindaco continua a proclamare l’importanza dello sviluppo della portualità», spiega il segretario dei Democratici, Christian Boscolo Papo, «ma poi nel concreto si scopre che stanno smantellando i binari del traffico merci e che stanno già lavorando per l’impianto di gpl. Che futuro potrà mai avere il porto con un’attività così impattante a pochi metri?».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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