Impianto Gpl a Chioggia ricorso al Consiglio di Stato

La giunta ha deciso d’impugnare la sospensiva del Tar che ha permesso alla Costa Bioenergie di riprendere i lavori. Veronese: «Motivazioni assurde»
CHIOGGIA. Il Comune ricorrerà al Consiglio di Stato per impugnare la decisione del Tar di concedere la sospensiva a Costa Bioenergie, permettendole di riprendere i lavori sul cantiere Gpl. Le motivazioni addotte, e soprattutto la decisione di entrare nel merito della questione a ottobre 2018, suonano per l’amministrazione comunale e per il comitato No Gpl come “una presa in giro”. A giorni l’avvocatura civica predisporrà il ricorso in appello al Consiglio di Stato. La sospensiva per l’ordinanza comunale del 9 maggio, che aveva imposto alla ditta il ripristino dello stato dei luoghi e, di riflesso, lo stop ai lavori, è stata decisa dal Tar il 30 giugno. Le motivazioni però sono state rese note nei giorni successivi, così come la data per discuterne nel merito, 25 ottobre 2018, quando il cantiere sarà chiuso.


«È un assurdo», sbotta il vicesindaco Marco Veronese, «che senso ha discutere un’ordinanza che imponeva il blocco dei lavori quando il cantiere sarà bello e finito? Equivale a non discuterne. Siamo sconvolti da questa decisione del Tar e siamo sconvolti leggendo le motivazioni. Il Tribunale non ha preso in considerazione nulla di quello che la nostra avvocatura civica ha sollevato nella memoria difensiva. Non ci hanno spiegato come può valere da autorizzazione unica il decreto interministeriale di maggio 2015 se la legge si è modificata successivamente. Non ci hanno spiegato come mai se il Ministero dei beni ambientali e la Soprintendenza dicono che manca l’autorizzazione paesaggistica, loro sostengono che non fosse necessaria».


Il Comune sta già pensando a una contromossa. «I punti che non ci soddisfano della sentenza sono parecchi», spiega Veronese, «la legge ci consente di ricorrere entro 30 giorni al Consiglio di Stato, bene lo faremo. Purtroppo non nutriamo molte speranze di ottenere qualche risultato per via amministrativa, confidiamo che l’indagine penale condotta dal pool della Procura dia dei risultati e li dia in fretta perché il tempo stringe». Nella nuova azione legale il comitato sarà ancora a fianco dell’amministrazione comunale. «La data scelta è a dir poco vergognosa», commenta Roberto Rossi, presidente dei No Gpl, «siamo sconcertati. Le motivazioni per concedere la sospensiva ci fanno intuire che non ci siano ampi margini per pensare di ottenere un pronunciamento a favore del Comune che comunque, a ottobre 2018, non servirebbe a granché. Tra le righe si dice anche che il Comune non ha mai annullato in autotutela il primo provvedimento dirigenziale, quello firmato da Mohammad Talieh Noori nel 2014, che ha dato il via libera a tutto.


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