Immobiliare Veneziana dopo EstCapital

La società proverà a vendere gli immobili del “pacchetto” del Comune, iniziando da Palazzo Donà
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 20.02.2016.- Palazzo Donà, Sede Municipalità, Campo Santa Maria Formosa, Castello 6122.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 20.02.2016.- Palazzo Donà, Sede Municipalità, Campo Santa Maria Formosa, Castello 6122.

Non solo Palazzo Donà, «svuotato» dal personale dei servizi sociali della Municipalità e ceduto per 4 milioni di euro in vista di una successiva rivendita a privati per farne probabilmente l’ennesimo albergo. Il Comune ha girato all’Ive - l’Immobiliare veneziana, controllata da Ca’ Farsetti - quel che resta del Fondo Immobiliare «Città di Venezia», gestito senza grandi successi da EstCapital in questi anni e per il quale l'Amministrazione è riuscita a trovare un altro gestore.

Nel frattempo, ha già sganciato dal Fondo e venduto Cassa Depositi e Prestiti Palazzo Diedo e Palazzo Gradenigo per circa venti milioni. Soldi che servono anche a rifondere la banca finanziatrice Unicredit, che vanta un debito di 8 milioni nei confronti di Ca’ Farsetti che va estinto acquistando appunto quote del Fondo immobiliare per un importo equivalente. Dal Fondo, gestito ora dall’Ive, è stato sganciato anche lo stadio Baracca, che l’Amministrazione non vuole più vendere, perché ancora utilizzato da società sportive. Resta, in conclusione, il bilancio fallimentare dell'operazione della creazione del Fondo immobiliare Città di Venezia - creato nel 2009 con l’amministrazione Cacciari e affidato poi per la gestione all’EstCapital gestita da Gianfranco Mossetto.

Il Comune aveva incassato subito circa 41 milioni - circa la metà del valore delle quote - per le sue esigenze di bilancio, facendosele anticipare dalle banche. Ma ben pochi immobili sono stati nel frattempo venduti e Ive, con il pacchetto rimanente, si accolla un peso bancario di circa 43 milioni.

Tra i beni immobiliari «ereditati» dall’Ive per essere messi sul mercato, l’ex scuola Monteverdi a Marghera, l’ex istituto tecnico Luzzati sempre a Mestre, una palazzina per uffici in via Portara, un terreno a Favaro Veneto, i Magazzini da Re, sempre in terraferma. E ancora la sala espositiva di Piazzetta Olivotti, l’ex sede della Carive in Piazzetta Giordano, Villa Ceresa, le aree adiacenti al garage di Piazzale Roma, l’ex ridotto sull’isola di Mazzorbetto, un terreno a Malamocco, un immobile residenziale a Sant’Erasmo.

Immobili che non sarà facile «piazzare» sul mercato, come del resto non ci era riuscita EstCapital, nonostante il cambio di destinazione d’uso concesso proprio per favorire la vendita sul mercato. Potrebbe essere più facile «piazzare» Palazzo Donà, a cui pare interessata la Cassa Depositi e Prestiti, come Palazzo Diedo e Palazzo Gradenigo, ma che, a differenza di questi due, non è stato acquistato perché giudicato di metratura limitata per una valorizzazione di tipo ricettivo. Palazzo Donà è uno dei tre con questo nome che si affacciano su Campo Santa Maria Formosa, costruito tra il XV e il XVI secolo. (e.t.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia