Immigrazione clandestina: arrestato anche l’ex imam di San Donà di Piave
SAN DONA’ DI PIAVE. Operazione della polizia che ha eseguito quattro ordini di custodia cautelare nei confronti di cittadini siriani accusati di fare parte di un’organizzazione criminale specializzata nel favorire l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di extracomunitari provenienti principalmente dal Medio Oriente. Tra i quattro arrestati dagli agenti della Digos di Venezia c’è anche l’ex imam di San Donà di Piave, Ahmad Chaddad, conosciuto dall’antiterrorismo italiano per il suo orientamento ideologico radicale e per le sue relazioni con estremisti coinvolti in precedenti indagini sulle reti di istradamento di combattenti verso terre di jihad.
Gli altri tre finiti in manette sono tutti siriani: Hussain Khalouf, Ezou Khalof e Ahamad Khalouf. Cinque persone risultano invece indagate. Quattro sono siriani e uno è sandonatese
Durante le indagini sono emersi casi di stranieri che, pur di entrare nel nostro Paese, versavano agli esponenti dell’organizzazione forti somme di denaro, ottenendo così contratti di lavoro fittizi presso imprese riconducibili agli arrestati. In alcuni casi, poi, le vittime di tale meccanismo in realtà già vivevano irregolarmente sul territorio nazionale, costrette a lavorare in nero nei cantieri edili gestiti dall’imam, da suo fratello e da altri indagati, nonchè a subire minacce e violenze qualora non fossero state in grado di pagare la somma pattuita per ottenere la "regolarizzazione".
Si sospetta che parte dei proventi di tali traffici illegali siano stati utilizzati per sostenere organizzazioni eversive operanti all’estero. In particolare dal 2001 al 2006 attraverso due banche italiane sarebbe stato inviato in Siria un milione e mezzo di euro.
L’indagine è iniziata nel 2008 per accertare il possibile collegamento con organizzazioni terroristiche internazionali. Figura cardine dell’inchiesta è Ahmad Chaddad. L’ex imam, personaggio carismatico, era legato alle posizioni radicali salafiste in contatto con mediorientali dell’estremismo religioso come l’ex
imam di Milano (in carcere per terrorismo) e l’ex imam di Como, espulso dall’Italia per terrorismo.
Nel corso dell'inchiesta è emerso come l’organizzazione falsificasse i documenti per attestare false assunzioni e fare entrare in Italia i connazionali. Una volta arrivati, questi venivano impiegati nelle ditte e poi costretti a lavorare senza stipendio per "saldare" i 5-6 mila euro "anticipati" per la regolarizzazione. Chi non "saldava" era sottoposto a violenze.
In una perquisizione, nel maggio 2011, la polizia ha trovato documenti falsi in bianco, un timbro falso del Comune di San Donà, il documento "Maalim al jihad’ ("Le caratteristiche del jiad"). Stamane, invece, sono stati trovati documenti che, ha detto il capo della Digos lagunare Ezio Gaetano, «qualificano
l’attualità dell’attività illecita».
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