Imbianchino muore a sette giorni dall’infarto
DOLO. Non ce l'ha fatta Flavio Donà, 47 anni, imbianchino di Dolo, colpito da un infarto sabato della scorsa settimana mentre si accingeva a tinteggiare l'appartamento di un cliente, in via San Rocco nel Comune di Cervarese Santa Croce, in provincia di Padova.
L'artigiano, che dopo quell'improvviso malore non aveva più ripreso conoscenza, si è spento venerdì mattina nel reparto di Terapia intensiva della Cardiochirurgia dell'ospedale di Padova. Lascia la moglie Fabiola e due figli maggiorenni. La famiglia ha autorizzato l'espianto degli organi.
Flavio Donà subito dopo il malore, nei pochi istanti in cui aveva ripreso i sensi, aveva fatto capire ai sanitari che lo stavano rianimando di aver assunto poche ore prima delle sostanze stupefacenti e a seguito di questo era scattata la segnalazione ai carabinieri. Resta da capire se l' imbianchino, quando ha affermato di essere sotto l’effetto di stupefacenti, fosse cosciente o meno. Che i sintomi all'arrivo nella casa di via San Rocco dei sanitari fossero quelli di un brutto infarto non ci sono dubbi, tant'è che l'hanno trovato in arresto cardiaco. Per chiarire ogni dubbio il magistrato ha disposto l'autopsia sul corpo dell'artigiano.
L'imbianchino aveva molti amici anche a Padova, soprattutto tra i frequentatori del campeggio Oasi di Sottomarina dove ogni anno passava con la famiglia tutto il periodo estivo. «Era una persona che con le sue trovate animava dalla mattina alla sera il camping» afferma Emilio Marangoni «Con lui era difficile annoiarsi perché aveva sempre la barzelletta pronta». I campeggiatori gli avevano affibbiato il soprannome di "Sebecchè". Flavio Donà in gioventù aveva praticato il ciclismo a livello dilettantistico. La passione per le due ruote gli era rimasta e appena era libero da impegni di lavoro inforcava la bici e andava ad allenarsi.
La data dei funerali non è ancora stata fissata.
(ha collaborato
Alessandro Abbadir)
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