Imbarcato alle 19.30 dal Marco Polo l’Imam espulso
VENEZIA. Raoudi Abdelbar, l’autore dell’invettiva contro gli ebrei pronunciata nella moschea di San Donà, espulso con provvedimento del ministro degli Interni Angelino Alfano, parte alle 19.30, scortato dalla Digos, per Rabat, via Roma. Imbarcato al Marco Polo di Venezia, viene così estradato verso la capitale del Marocco.
La Digos di Venezia era andata a prelevarlo a casa ieri sera (martedì). Stamattina, in tribunale, l’udienza di convalida per il provvedimento di espulsione. Per tutto il giorno l’imam è rimasto negli uffici della questura di Venezia in attesa dell’imbarco.
Oggi il ministro Alfano è tornato a spiegare il significato del provvedimento preso nei confronti dell’Imam di San Donà: «L'antisemitismo è inaccettabile nel nostro Paese. Sono contento che la comunità ebraica abbia colto l'importanza del nostro provvedimento, che deve essere anche un avvertimento per chiunque creda che in Italia sia possibile esercitare nei luoghi di culto un'attività che non sia liturgica, ma di diffusione dell'odio. Il comportamento dell'imam era inaccettabile. Ho provato un sentimento di indignazione e di preoccupazione, che si è tradotto nella necessità di assumere un provvedimento immediato che desse la certezza agli italiani che nel nostro Paese c'è la libertà di professione dei culti, ma non la libertà di professione degli odi», spiega Alfano. Agli occhi della comunità islamica, aggiunge, il provvedimento «deve rafforzare un concetto importante: l'islam che si esprime nelle moschee divulgando messaggi spirituali e religiosi ha il compito di rigettare esso stesso, per primo, la radicalità di professioni verbali che si possono tramutare in istigazioni alla violenza».
Intanto il sindaco di San Donà di Piave Andrea Cereser chiede al prefetto di Venezia che nella prossima riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica si affronti il problema della moschea di via Noventa, il cui imam nel sermone di venerdì scorso ha incitato all'odio contro gli ebrei e per questo è stato espulso. Il comune è intenzionato anche a verificare i titoli dell'associazione culturale che aveva preso in gestione la struttura. «A noi - sottolinea - non risulta tra quelle iscritte all'albo delle associazioni culturali». Quanto poi alle polemiche legate alla traduzione delle parole pronunciate dall'imam, Cereser, che dice di «condividere appieno la scelta fatta dal ministro» di espellere il marocchino, taglia corto: «i mediatori culturali a cui abbiamo chiesto la traduzione ci dicono che l'imam ha riportato le parole di un testo sacro - conclude -. Parole che in questo particolare contesto storico non possono essere dette».
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