Ilva non paga le fatture da 9 mesi protestano gli autotrasportatori
MARGHERA. Gli autotrasportatori veneziani che vantano crediti non pagati dal maggio dell’anno scorso, tornano oggi a presidiare il terminal delle acciaierie Ilva di Taranto in via dei Sali, a Porto Marghera.
La protesta è stata indetta ieri - dopo un infruttuoso incontro con il commissario dell’Ilva - da tutte le sigle sindacali artigiane degli autotrasportatori (Fai, Fita-Cna e Confartigianato), dopo aver constatato che il promesso pagamento dei loro crediti non è stato garantito dall’Ilva in amministrazione straordinaria. L’Ilva produce l’acciaio a Taranto e ha quattro terminal logistici nei porti di Taranto, Genova, Marghera e a Legnaro. Le fatture non vengono pagate agli autotrasportatori da ben nove mesi e molte imprese ora rischiano di non essere più in grado di operare.
Ieri le associazioni di categoria hanno inviato una lettera al prefetto di Taranto e al commissario straordinario dell’Ilva annunciando la proclamazione dello stato di agitazione e il conseguente stop nazionale dei servizi di autotrasporto.
«La persistente morosità dell’Ilva, che dal mese di maggio 2014 non paga le fatture», si legge nella lettera, «emesse in relazione ai trasporti effettuati per suo conto, e la mancanza di serie ed attendibili soluzioni al problema, aggravato da notizie allarmanti circa la sorte dei crediti sin qui maturati, ci induce a proclamare lo stato di agitazione con astensione immediata dall’esecuzione del servizio e con riserva di passare a più energiche ed incisive forme di protesta qualora non si provvederà all’estinzione dei debiti entro brevissimo termine».
A loro volta, le segreterie veneziane delle associazioni degli autotrasportatori hanno inviato un’allarmata lettera al prefetto di Venezia e per conoscenza anche al prefetto di Padova e alle Questure di Venezia e Padova in cui scrivono: «Purtroppo gli impegni verbali presi da Ilva spa il 5 dicembre 2014 non hanno avuto seguito. Malgrado ciò, gli autotrasportatori avevano dato fiducia all’azienda debitrice e hanno ripreso a lavorare convinti che Ilva avrebbe ripreso a pagare le fatture. Le promesse, invece, sono rimaste vuote e a tutt’oggi non c’è alcun riscontro positivo alle nostre richieste. Per questo cogliamo l’occasione per chiedere un prezioso intervento della Prefettura presso le Istituzioni e il Governo, così come è stato già suggerito per verificare se esistano le condizioni per l’adozione d’un provvedimento di sospensione dei versamenti contributivi e fiscali per un periodo limitato ovvero per compensare i crediti maturati per le fatture emesse e non pagate».
Per la giornata di oggi i sindacati metalmeccanici hanno proclamato negli stabilimenti di Taranto lo sciopero delle ditte dell’appalto e un corteo per raggiungere la prefettura dove ci sarà un sit-in. (g.fav.)
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