«Ilnor, noi non ci arrendiamo» In gioco il futuro di 60 lavoratori
Sull’azienda di Gardigiano si muovono Apindustria, il Comune e l’assessora regionale Donazzan Minto (Fiom): «La fabbrica è una piccola Ilva, non si deve chiudere. Il grande assente è il Governo»
SCORZÈ. La situazione sarà anche drammatica ma si vuole lottare sino alla fine, anche oltre se necessario, come se ci fosse il recupero in una partita di calcio. Gli oltre 60 lavoratori di Ilnor di Gardigiano di Scorzè in cassa integrazione straordinaria fino al prossimo luglio non si arrendono alla fine della loro fabbrica metallurgica, stanno provando in tutti i modi di far sentire la loro voce e sperano che qualche imprenditore li senta e decida d’investire. Non dovesse succedere, sperano di trovare un’occupazione altrove. E i passi decisivi da qui alle prossime settimane saranno tre: capire se il colloquio di ieri con il direttore di Apindistria Venezia Pier Orlando Roccato abbia portato a uno spiraglio, l’incontro con il sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner e il Consiglio, la visita in municipio dell’assessora veneta al Lavoro Elena Donazzan, prevista dopo le feste natalizie.
Dal trittico di appuntamenti se ne saprà di più, si saprà se ancora esiste una minima speranza di vita, dopo che entro il 30 novembre, termine ultimo per avere delle offerte di acquisto, nessuno si è fatto avanti. Ma si lotta ancora.
«Non è possibile che non ci sia interesse per questa azienda», lamenta Giuseppe Minto di Fiom Cgil, «e perché non s’investe laddove c’è un settore in crescita? Manca una politica industriale governativa, non possiamo perdere uno stabilimento di prim’ordine. Dov’è il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda? Non ci sono solo le grandi fabbriche, la Ilnor è una piccola Ilva: non si deve chiudere».
Apindustria.
Ieri la Fiom Cgil e dei rappresentanti dei lavoratori hanno visto il direttore di Apindustria Venezia Pier Orlando Roccato. Un incontro informale, per tastare il terreno e sondare la possibilità di un acquirente fra gli iscritti. «Ho chiesto qual è il quadro di Ilnor», spiega Roccato, «il numero di dipendenti e mi sono già attivato fra gli associati. Ottimista? Potrebbero esserci degli imprenditori interessati ma dovremmo capire cosa intende fare la proprietà, ossia Eredi Gnutti Metalli (di Brescia
ndr
), se vuole monetizzare. Se sono rose, fioriranno».
Scorzè.
I contatti con il Comune di Scorzè restano vivi. Oggi pomeriggio i dipendenti di Ilnor saranno in municipio per vedere Mestriner e i rappresentanti della giunta e del parlamentino. A loro spiegheranno lo stato delle cose e inviteranno a bussare a tutte le porte imprenditoriali. «Dovremmo coinvolgere le attività della zona», osserva il sindaco Mestriner, «mentre la Regione e Donazzan, che ringrazio, hanno assicurato il loro impegno a costruire un percorso di riqualificazione lavorativa. Le responsabilità sono tante». Il Consiglio si era riunito nei mesi scorsi davanti alla sede della fabbrica.
Donazzan.
Dopo l’Epifania, con data ancora da decidere, l’assessora regionale al Lavoro sarà a Scorzè per iniziare a ragionare sui successivi sei mesi dei dipendenti, ovvero sino alla fine degli ammortizzatori sociali. Nella speranza che, nel frattempo, qualche imprenditore si faccia avanti.
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