Ilnor, due vertici a Roma si cercano acquirenti

La prossima settimana potrebbe essere decisiva per il futuro di 91 lavoratori Il Tribunale del lavoro sta esaminando le carte. Entro una settimana la risposta

Sarà decisiva la prossima settimana per la vertenza Ilnor. Ieri il giudice del lavoro del Tribunale di Venezia Anna Menegazzo, nell’udienza fissata dopo il ricorso presentato da Fiom Cgil contro la casa-madre Eredi Gnutti Metalli di Brescia per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti a gennaio, ha preso in mano tutte le carte, le studierà nei prossimi giorni e dovrebbe pronunciarsi nell’arco di sette-dieci giorni. Dunque si dovrà aspettare ancora un po’ per capire se la bilancia sarà a favore della sigla sindacale o se l’azienda ha proceduto nel rispetto delle regole. La Fiom Cgil lamenta la violazione dell’intesa tra le parti, che prevedono il mantenimento del sito produttivo di Gardigiano e la cassa integrazione straordinaria di tutti i lavoratori.

Per la sigla c’è stata una condotta antisindacale. Ma, come emerso nell’incontro di giovedì in Prefettura, lo stabilimento di via Moglianese è in vendita e le porte restano aperte a nuovi acquirenti. Ed è su questo versante che si giocherà la partita tra martedì e giovedì prossimi, prima del pronunciamento della Menegazzo. Una partita da giocare in trasferta, a Roma, tra i tavoli del Ministero dello Sviluppo Economico. La prima sarà disputata tra azienda e rappresentanti del dicastero; quando un mese fa c’era stata la riunione negli stessi uffici, si era chiesto a Eredi Gnutti Metalli di presentare il piano industriale più dettagliato e così farà. Due giorni dopo, i soggetti attorno aumenteranno, perché entreranno in gioco pure Fiom Cgil e Fim Cisl, le rispettive Rsu, oltre al sindaco Giovanni Battista Mestriner se dovesse essere invitato. Ed è in questa sede che si dovrebbe sapere se ci saranno imprenditori interessati alla fabbrica di via Moglianese dove sono impiegate 91 persone, con il marchio Ilnor che rimarrà a Eredi Gnutti, ed, eventualmente, come andare avanti. L’ipotesi piace ai dipendenti, purché si salvaguardi l’occupazione e ci sia un rilancio vero del sito, dove il lavoro di certo non manca così come gli ordini dei clienti.

Al tavolo siederà pure il vice ministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova; nelle scorse settimane, a Gardigiano ha fatto visita Guglielmo Epifani, presidente della decima commissione alla Camera dei Deputati che si occupa di Attività produttive, Commercio e Turismo, che aveva preso l’impegno d’informare del caso il ministro competente Carlo Calenda. Ebbene, il colloquio tra i due c’è stato ma giovedì prossimo Calenda non potrà essere alla riunione. Lo farà il suo vice, con la speranza che possa fare da tramite e trovare una soluzione che accontenti le parti. Nel frattempo gli operai continueranno nell’assemblea permanente come sta accadendo da fine a marzo a questa parte, dopo la notizia giunta da Brescia di trasferire la produzione in Lombardia, ma i camion della casa-madre potranno entrare in fabbrica a Gardigiano per prelevare il prodotto finito: si parla di 700 tonnellate entro fine maggio.

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