Ilnor conferma i 52 esuberi In Veneto solo la laminazione
Niente da fare: Ilnor conferma il piano industriale del 7 ottobre, ovvero il trasloco di alcuni settori in Lombardia e i 52 esuberi per ridurre l’organico a 80 lavoratori dagli attuali 132.
Questo l’esito dell’incontro di ieri in Regione tra i rappresentanti della fabbrica di semilavorati in rame e leghe dello stesso materiale di via Moglianese a Gardigiano e i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, assessore veneto al Lavoro Elena Donazzan, sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner, rappresentanti della proprietà di Ilnor, Eredi Gnutti Metalli di Brescia, di Confindustria e del Consiglio regionale. Le parti si rivedranno il 5 novembre, stavolta nella sede della fabbrica ma c’è delusione da parte dei sindacati che si auguravano una presa di posizione diversa dall’azienda.
Oggi dalle 13.30 alle 14.30 si terrà l’assemblea dei lavoratori e saranno decise le prossime mosse. Non sono escluse altre agitazioni ma potrebbe esserci anche una sorta di “tregua” fino alla prossima settimana: in giornata se ne sarà di più. Dunque Eredi Gnutti Metalli ha ricomunicato di voler portare a Brescia parte delle linee di colata continua per produrre delle bandelle di bronzo, trasferire un forno di ricottura statica e accorpare le funzioni amministrative, vendite, acquisti, programmazione e ingegneria di processo. Sospendendo le attività di fusione, Ilnor si concentrerà sulla laminazione di finitura e sulle lavorazioni a valle rispettando la sua caratteristica fondamentale, ovvero d’industria di laminazione, nastri, ottone e rame. Da qui l’acronimo proprio di Ilnor.
I sindacati si aspettavano di più; ieri i lavoratori hanno fatto otto ore di sciopero per turno, sospendendo la produzione per tutte le 24 ore, e tutti si sono recati a Venezia per seguire la trattativa. Ma all’uscita dei delegati le notizie non erano quelle che speravano. «Ci troveremo in assemblea e decideremo» spiega il delegato Rsu di Fim Cisl Michele Tagliapietra «ed è indubbio che non siamo soddisfatti per quanto ci hanno detto: rimarrebbero due forni contro gli attuali cinque. Ho sempre detto che stiamo giocando una partita lunga e lo confermo». Stesso stato d’animo per Christian Modesto, collega Rsu di Fiom Cgil. «Siamo delusi» aggiunge «anche perché, per quanto mi riguarda, pensavo che la Regione ci dicesse qualcosa e il piano aziendale non cambia. Domani (oggi ndr) in assemblea decideremo come proseguire».
Alessandro Ragazzo
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