Ilnor, agitazione continua «L’azienda è scandalosa»

Ieri altre due ore di sciopero dopo l’annuncio di 25 esuberi, sindacati preoccupati «Aspettiamo una convocazione dalla Donazzan». Pieno appoggio del sindaco

I sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl hanno scelto di continuare con le agitazioni alla Ilnor di Gardigiano, l’azienda impegnata nel settore dei semilavorati in rame e leghe dello stesso materiale che ha annunciato 25 esuberi con il trasferimento di alcuni uffici e della fonderia a Brescia, città dove si trova la sede centrale.

La decisione è stata presa nella tarda mattinata di ieri subito dopo l’incontro avvenuto con il sindaco di Scorzè, Giovanni Battista Mestriner, in aula consiliare. Incontro al quale ha partecipato un centinaio di lavoratori sui 132 totali, facendo sciopero dalle 10 alle 12 (considerato che qualcuno aveva fatto il turno di notte le assenze erano più che giustificate). Insomma, i dipendenti vanno avanti compatti (stamani si dovrebbero conoscere i dettagli dei nuovi scioperi), in attesa di essere ricevuti prima dall’assessore veneto al Lavoro Elena Donazzan e poi il 7 ottobre dalla stessa proprietà. «In una situazione del genere» aggiunge Stefano Boschini della Fim Cisl, «è scandaloso essere ricevuti tra dieci giorni».

I sindacati aspettano pure che dalla Donazzan arrivi un cenno di chiamata. «Farebbe bene a convocarci» dice Giuseppe Minto della Fiom Cgil «perché sono tanti i timori per questi dipendenti».

A questo punto si va avanti con le braccia incrociate; è da una settimana che in fabbrica persiste questa situazione, con il primo grande sciopero martedì scorso, con tanto di traffico rallentato davanti ai cancelli della ditta, poi altre agitazioni da giovedì fino a ieri, sabato e domenica compresi ma la settimana si preannuncia calda. «Lavoratori Ilnor uniti contro i licenziamenti» era lo striscione srotolato ieri davanti al municipio ed è tanta la preoccupazione che un giorno nella sede di via Moglianese non ci possa più essere un operaio. «Siamo a disposizione», conferma Mestriner, «per fare qualcosa anche attraverso gli enti superiori. Stiamo parlando di un’azienda privata, di proprietà della Eredi Gnutti Brescia, ma la politica deve intervenire altrimenti il territorio s’impoverisce».

Ed è proprio su questo aspetto che puntano i lavoratori; ieri le Rsu di Fiom Cgil e Fim Cisl hanno ribadito la volontà di voler salvare tutti i dipendenti, non solo i 25 esuberi dichiarati dall’azienda una decina di giorni fa, ma evitare che lo stabilimento di via Moglianese possa chiudere nell’arco di pochi mesi.

Alessandro Ragazzo

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