Il vento renziano scuote il Pd «Saremo più vicini alla gente»

Il vento renziano scuote il partito e promette novità. Pd alle prese con il sisma che ha consegnato al giovane sindaco di Firenze il bastone del comando del Partito democratico. E con una grande voglia di rinnovamento. Volti mai visti, giovani amministratori emergenti, ragazzi che si affacciano alla politica per la prima volta. «C’è tanto entusiasmo intorno a un progetto nuovo di cambiamento», dice soddisfatto Jacopo Molina, avvocato di Cannaregio, consigliere comunale fondatore del comitato per Renzi. Con lui Alessandra Miraglia, una vita da precaria prima di essere assunta in Comune, figlia dell’assessore Annamaria, colonna della sinistra Dc.
I renziani hanno la freschezza dei giovani sindaci capilista in provincia. Come Andrea Cereser, primo cittadino di San Donà di Piave, e Silvia Conte di Quarto d’Altino, per mesi portabandiera della protesta dei sindaci contro il governo. Manager e libera professionista, da due anni e mezzo ha abbracciato la politica diventando al primo tentativo sindaco di Quarto. 41 anni, madre di famiglia, ha avuto il 77 per cento dei voti alle primarie, e non si è montata la testa. «Sono felice prima di tutto della grande partecipazione e dell’affluenza», dice contenta, «abbiamo dimostrato che il nostro partito è radicato tra la gente, quasi tre milioni di persone sono venute a votare. La partecipazione sta nel nostro Dna». «Adesso», ammonisce la sindaca, «dobbiamo mettere a frutto questo grande patrimonio e questa voglia di partecipazione e di cambiamento. Non basta guardare al nostro interno, i circoli e il partito sono importanti ma bisogna coinvolgere i cittadini, aprire porte e finestre all’esterno. Questa, credo, è la lezione che viene dalle primarie». Una classe dirigente che pure aveva portato al Pd ex Pds ex Pci qualche soddisfazione nel territorio è stata spazzata via in pochi minuti. E adesso i giovani renziani chiedono spazio. «Cominciamo dalla segreteria comunale», dice Molina, «lì dovrà essere visibile il rinnovamento di cui tutti parlano. Lì si dovranno decidere le candidature per le prossime amnministrative. Aria nuova anche in Comune».
A Ca’ Loredan c’è già chi ha chiesto la convocazione del gruppo, per vedere quali sono i nuovi posizionamenti.
Intanto sono decine i volti nuovi che si affacciano alla politica nel Pd. In larga parte giovani. Come Leonardo Tiengo da Zelarino o Samuele Mancuso, coordinatore del circolo mestrino di viale San Marco. Oppure i giovanissimi del Lido Mauro Caberlotto e Mauro Micheli, Alessandro Coccolo e Stefano Maccagnani. Nomi sconosciuti ai più, ma autori di un grande lavoro di «rifondazione» del partito soprattutto tra gli scettici e gli elettori delusi che minacciavano di abbandonare il vecchio partito dilaniato dalle lotte interne. «Dimostreremo che il nuovo corso non cambierà il Dna del Pd», dice Molina, «lo renderà solo più vicino alla gente e ai problemi dei cittadini».
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