«Il velodromo è inutile» firme contro il progetto

Jesolo. “Sinistra” organizza una petizione per ostacolare la struttura sportiva I lavori dovrebbero iniziare dalla prossima primavera per terminare nel 2018
Di Giovanni Cagnassi
CRUCCU - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - PRESENTAZIONE VELODROMO- VEDUTA ESTERNA E INTERNO
CRUCCU - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - PRESENTAZIONE VELODROMO- VEDUTA ESTERNA E INTERNO

JESOLO. Raccolta di firme contro il velodromo presentato nei giorni scorsi in occasione della tappa del Giro d'Italia. A promuoverla è “Sinistra”, il movimento fondato sul litorale da Rodolfo Murador che adesso dichiara guerra a questa struttura sportiva da 30 milioni di euro. Parla di ennesimo scempio del territorio, di un’opera sostanzialmente inutile per Jesolo in una zona già cementificata dal bocciodromo, poi dallo stadio.

«Noi raccoglieremo le firme nei prossimi giorni contro il velodromo», spiega lo stesso Murador, «e ci stupisce che il sindaco e l’amministrazione abbiano avallato questo progetto. Faremo l’ennesima violenza al nostro territorio, nuovo cemento in quest’area di degrado a ridosso della rotatoria Bennet. Assistiamo a una nuova svendita di terreno ai privati per realizzare una struttura sportiva che rischia di essere solo un buco nell’acqua. Tutti negli ambienti sportivi e del ciclismo sanno che i velodromi sono ormai delle strutture superate e inutili e non riusciamo a comprendere perché tanto entusiasmo».

La raccolta di firme inizierà a Jesolo nei prossimi giorni con l’obiettivo di abbattere tutto l’entusiasmo creato attorno al futuro velodromo che vedrebbe la luce nel settembre 2018, quindi tra pochi anni visto che i lavori potrebbero iniziare a marzo del prossimo anno. Trenta milioni di investimenti privati, 126.412 mq di superficie, 12.500 dei quali coperti su cinque livelli per 28 metri di altezza e 5.186 posti a sedere che diventano 7.500 con il parterre.

Tra gli investitori compaiono la Intec di Verona, che fa parte del gruppo Ingeve, la Ingegneria 360, poi la M-Three-Sat Srl che ha sede a Milano e Roma. Assieme ad altri soggetti creeranno un fondo di investimento apposito. Tra i costruttori ci sono il gruppo Bison di Jesolo, la Bal.Co di Vittorio Veneto, la Euro Group. Ha invece presentato il progetto la Feva di San Donà, con la Isav Sport & Marketing, che gestirà la struttura, il cui presidente pro tempore è anche il responsabile tecnico del progetto, Alessandro Ferrazzo.

Il velodromo non sarà dunque solo utilizzato per il ciclismo, con un parcheggio enorme e migliaia di posti auto e autobus. Previsto anche un ristorante con vista panoramica da 1.600 mq, negozi, spa e centro benessere, palestra, una grande sala congressi. Si potranno disputare anche competizioni sportive di basket, pallavolo, atletica, tennis.

Ma una raccolta di firme, a pochi giorni dalla presentazione, inizia a sollevare molti dubbi sul progetto e cerca di sollecitare l’opinione pubblica a ribellarsi.

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