Il trasloco tra le proteste nel 2009
I sinti sono stati trasferiti nel nuovo villaggio di via del Granturco una notte di fine novembre del 2009. Hanno lasciato il campo di via Vallenari, lato Bissuola, per andare ad abitare verso Favaro. Uno spostamento di pochi metri, al di là di via Martiri della Libertà ma che per loro ha significato molto.
Il vecchio sito era stato dichiarato inagibile dopo il sopralluogo dell’Asl 12. Il settore Igiene Pubblica attestò che i Sinti là non avrebbero più potuto vivere, viste le precarie condizioni della struttura dove abitavano quasi 150 persone; la metà delle quali composta da bimbi e ragazzini. Attendevano da mesi il trasloco nelle nuove casette di cui erano entusiasti, perché ciascuno avrebbe avuto un bagno, un tetto solido sopra la testa e sarebbero stati assieme. Pochi scelsero gli alloggi pubblici. I leghisti organizzarono proteste, raccolte firme e sfilate per le vie del centro e chiamavano quelle case “villini full optional”. Il cambiamento, in un primo tempo, è stato graduale. Dapprima i sinti si sono trasferiti a fianco alla loro nuova casa, chi voleva poteva dormire in roulotte, mantenendo per un po’ il cordone ombelicale con la tradizione. Le casette sono state dotate di pannelli solari, poi sono stati installati i 18 punti luce; sono arrivati piccoli giardini recintati, con tanto di nani da giardino e statuine di padre Pio. 38 i moduli abitativi, ciascuno composto da due abitazioni di 42 metri quadri. A fianco di ogni abitazione lo spazio per la roulotte. All’interno del villaggio è stato creato un bacino di espansione per rispettare l’invarianza idraulica. Il gas, per una scelta progettuale e di sicurezza, non è stato previsto. Di recente anche al villaggio sono arrivati i cassonetti a chiave ma, spesso, la spazzatura è ammucchiata a terra. (m.a.)
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