Il tram si ferma di nuovo. Boraso va alla Corte dei conti: "Costi raddoppiati"
MESTRE. Tram fermo per mezz’ora ieri a piazzale Cialdini a causa di un problema tecnico. Il siluro rosso si è fermato proprio nell’area che funzionerà da interscambio quando sarà attiva anche la linea per Venezia. Il guasto è durato dalle 10 alle 10.28. Nel tratto compreso tra Mestre e Favaro Veneto è stato attivato il servizio sostitutivo con gli autobus dell’Actv. Nel tratto invece compreso tra piazzale Cialdini e la fermata del centro commerciale Panorama il tram ha continuato a viaggiare regolarmente. A partire dalle 10.30 il servizio è tornato alla normalità. Ieri inoltre sono proseguite le prove del tram sulla linea per Venezia in vista dell’avvio delle corse, previsto per settembre. In questi giorni Actv sta anche lavorando agli orari, che dovrebbero essere comunicati e resi pubblici nell’arco di una manciata di giorni. Stando alle ultime informazioni il tram dovrebbe mettersi in moto per Venezia il 16 settembre.
Intanto sul problema dei costi l’assessore Boraso è chiaro: «Chiederò immediatamente un incontro alla Corte dei Conti e se ci sono gli estremi penali trasferirò il fascicolo alla Procura della Repubblica». Il commissario Vittorio Zappalorto, durante la sua reggenza, ha scoperchiato il vaso di Pandora del tram di Mestre, soprannominato anche il “tram delle casalinghe”. E non per sfregio alle casalinghe, ma perché in tanti sostengono sia utile solo per andare a far la spesa, visto che non va dove dovrebbe: scuole, ospedale, aeroporto. Il commissario ha chiesto una relazione ad esperti della materia che hanno messo nero su bianco i tempi (9 anni di ritardo sulla tabella di marcia), costi (siamo a quota 220 milioni di euro anziché i 130 iniziali), scelte progettuali. Una relazione di un centinaio di pagine volute dal commissario prefettizio che l’ha letta e inoltrata alla Corte dei Conti. Adesso Renato Boraso, l’assessore che il tram l’ha ereditato, dopo averlo contestato in tutti i modi anche affittando trattori e carri trainati da cavalli, ci vuole vedere chiaro.
«I miei uffici non mi hanno messo in condizione di valutare il dossier, lo dico con grande amarezza, anche se quello che ho potuto leggere dà sostanza a quanto io stesso depositai nel 2010 e dunque conferma i miei dubbi. Per questo chiederò un incontro urgente con la Corte dei Conti per chiarire la vicenda, capire se ci sono risvolti penali e trasferire il fascicolo alla Procura. Se ci fossero risvolti penali, cosa dovrei fare, omissione d’atto d’ufficio? Convocherò la direzione Mobilità che lo aveva e mi domando quanti dossier su questa materia ci siano ancora in giro. La gente ha bisogno di trasparenza, avrò ricevuto 50 telefonate su questa vicenda in queste ore, le persone sono esterrefatte. Io stesso, ripeto, avevo protocollato un fascicolo alto un metro. Chi va ad amministrare però deve sapere le cose, non esiste che un assessore non riceva un dossier tanto delicato su una vicenda su cui ha fatto battaglia. Se la procedura è stata corretta meglio, la mia “mission” è rendere il tram efficiente ed efficace, ma bisogna fare chiarezza, ricordiamoci che i soldi sono lievitati da 130 a 220 milioni di euro». Facendo diminuire il denaro per le corse degli autobus. Senza contare il grande park scambiatore di via Triestina, da anni vuoto. E se i conti non tornassero? «Allora delle responsabilità penali ed erariali risponderà qualcun altro. Risponderanno le giunte precedenti che hanno nomi e cognomi: Costa, Cacciari, Orsoni, io non ne voglio sapere. Ripeto che sono dispiaciuto, devo prenderne atto del dossier che non ho ricevuto e pretendo massima trasparenza per i cittadini, la gente deve sapere quanto è costato. Il sindaco Brugnaro era stato informato da Zappalorto, io no e quanto apprendo va a rafforzare quello che ho sempre pensato».
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