"Il tram non ha futuro". Boraso boccia il servizio ma Avm avverte: "Basta psicosi"

I dati dell'azienda di trasporto: si ferma meno dell'1 per cento di corse della tramvia che resta un servizio affidabile ma servono le corsie riservate. Polemica giovedì in commissione Mobilità tra maggioranza e opposizione
Il tram in piazzale Cialdini
Il tram in piazzale Cialdini

MESTRE. Il tram? Non ha futuro. Niente investimenti in nuovi tracciati di tramvia verso l'aeroporto, l'ospedale dell'Angelo o l'area universitaria di via Torino. Men che meno per San Basilio. E nessuna corsia preferenziale per togliere il tram dalla morsa del traffico, perché, come ha spiegato l'assessore alla Mobilità Renato Boraso in aperta polemica con Andrea Ferrazzi, capogruppo del Pd, "non ho alcuna intenzione di andare io a spiegare ad 80 mila persone che dovranno usare le vie laterali per arrivare a casa perché è stato pensato un percorso fallimentare e la colpa è stata vostra". L'alternativa sono i filobus? Può darsi ma in Comune non ci sono ancora progetti, numeri e costi su cui ragionare mentre il direttore generale di Avm, Giovanni Seno esclude una riconversione dalla linea aerea elettrica del tram per i filobus, visto che questi necessitano di due cavi di alimentazione. "Se il sistema tram collassa" ha spiegato giovedì mattina in commissione consiliare l'assessore Boraso, "occorre trovare un piano alternativo che non so ancora quale possa essere".


Il tram di Mestre, insomma, a sei mesi dal via alle corse, continua a far discutere. L'unico intervento immediatamente utile, le corsie preferenziali, non è una scelta che la giunta Brugnaro intende percorrere. Boraso, ex primo contestatore dell'opera costata 208 milioni di euro e dieci anni di cantieri e polemiche alla città, si ritrova ora ad amministrare l'opera per il Comune ma continua ad essere molto critico. Tanto che dall'opposizione Ferrazzi gli ricorda che "per lui è tempo di scegliere se è ancora capo popolo della protesta oppure un amministratore pubblico". L'obiettivo generale deve essere "far funzionare al meglio il tram e superare anche le preoccupazioni dei cittadini" dicono Nicola Pellicani (Lista Casson) come Saverio Centenaro (Forza Italia). A cercare di smontare la pessima fama del tram ci pensa., dati alla mano, Giovanni Seno, direttore generale di Avm.


176 i fermi dal 16 settembre 2015, 36 mila i passeggeri medi al giorno (23 mila per la linea per Venezia e 13 mila per quella per Marghera), 400 corse giornaliere, 2.660 la settimana. L'affidabilità del tram resta elevata, spiega Seno: "dal primo gennaio 2016 al 20 marzo  con 30.590 corse ci sono stati 82 fermi: di questi 45 sono dovuti a maleducazione civica, 37 a problemi tecnici. Le corse che hanno subito contraccolpi causa fermi sono state 246 su oltre 30 mila e 500. Significa lo 0,8 per cento", è la spiegazione. Seno poi insiste: l'affidabilità del servizio tram è al 99,2 per cento, il tempo di servizio arriva al 98 per cento.

Quindi per l'azienda di trasporto le critiche di cittadini, e di conseguenza quelle dell'assessore, sono motivate più da una affidabilità percepita che da quella reale del servizio di trasporto: "Occorre evitare la psicosi da inaffidabilità del servizio di trasporto". Molte cose sono da migliorare, comunque: i collaudi dell'opera , con 3 commissioni al lavoro, termineranno il prossimo 15 aprile e ci sono già questioni su cui occorre intervenire: piccoli segni di lesioni sul cemento di alcune delle piattaforme, alcuni episodi di deformazione, la "delicatezza" della linea aerea di contatto. E poi il rischio di penali e contenziosi con le imprese del tram che nessuno in questa fase può escludere.

Il problema molto serio da affrontare, ricorda Seno, sono però le "corsie preferenziali che a Mestre sono il 3,5 per cento mentre a Padova arrivano al 55 per cento del tracciato e a Clermont Ferrand arrivano ad oltre il 90 per cento. Logica vorrebbe che si investisse sulle corsie riservate al tram anche a Mestre visto che il Comune  lavora già alla nuova stesura del Piano del traffico comunale ma l'assessore comunale non ci sta, teme la contestazione, e spera in altre soluzioni. Che per ora non sono chiare, come appunto il filobus da far finanziare con fondi europei. Un percorso utile anche per arrivare a San Basilio, spiega Boraso, visto che la tecnologia del tram è troppo costosa: 13 milioni di euro a chilometro.
 

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