Il traffico e i nuovi negozi rallentano l’ex Umberto I

Acceso dibattito in commissione sull’accordo e la variante urbanistica dell’area Dubbi anche del Pd sul nodo della mobilità. Ferrazzi. «O così o ci teniamo il buco»
Di Francesco Furlan
Operazione di polizia presso l'ex ospedale di Mestre
Operazione di polizia presso l'ex ospedale di Mestre

Ennesimo rinvio per il recupero dell’ex ospedale Umberto I. Ieri la commissione Urbanistica ha dibattuto per tre ore, al municipio di Mestre, dell’accordo tra il Comune e la società Dng titolare dell’area e della conseguente variante urbanistica che ritocca il progetto con un aumento della volumetria del 15% e un incremento dello spazio con destinazione commerciale da 9 mila a 16 mila metri quadrati. La commissione non ha licenziato la delibera della variante, decidendo un ulteriore approfondimento, dopo i molti dubbi espressi, e ai quali l’assessore all’Urbanistica, Andrea Ferrazzi, ha cercato di dare risposte. Le categorie del commercianti sono divise. L’Ascom-confcommercio è contraria. «In città ci sono 750 negozi vuoti o sfitti, vale a dire qualcosa come 35 mila metri quadrati» ha ricordato il presidente Doriano Calzavara «bisognerebbe prima intervenire su questi, lavorare per gli ambulanti, circa 250, creando un grande mercato un suk, non prevedendo un nuovo spazio commerciale. L’operazione dell’ex Umberto I non è utile per la città». La Confesercenti è invece favorevole perché, come ha spiegato Michele Lacchin, il vice direttore, «l’operazione dà l’opportunità di rigenerare un’area urbana che non può stare così com’è». A patto però che ci siano garanzie «sulla qualità urbanistica e architettonica del progetto». Contro la variante urbanistica non solo l’Associazione degli albergatori, rappresentata da Alessandro Burgarella - «di nuove strutture non c’è bisogno» - ma anche la Municipalità di Mestre centro, per la quale è intervenuto il presidente Massimo Venturini, attaccando il collega di partito, l’assessore Ferrazzi, e sottolineando soprattutto come la realizzazione dello spazio commerciale rischi di essere deleterio sul piano della mobilità «di cui non si è tenuto assolutamente conto, con centinaia di camion a servizio dei negozi». Senza contare il rischio, sottolineato anche da altri consiglieri della commissione, che gli edifici in degrado passino dalla società al Comune, senza che questo poi abbia i soldi necessari per farsene carico. Come si ricorderà infatti l’accordo prevede che il Comune, con la modifica della variante, ottenga da subito i padiglioni De Zottis (nel quale dovrebbe essere trasferita la scuola Vecellio che ora è al parco Ponci), Pozzan, Cecchini oltre all' ex distretto di via Ospedale e la ex casa delle suore con la chiesetta e il verde pubblico per il parco, oltre allo spazio nel quale sono già stati progettati due ampi parcheggi, per un totale di circa 360 posti. E se dall’opposizione con Renato Boraso e Saverio Centenaro è stato chiesto di ritirare la delibera, anche dalla maggioranza non sono mancate richieste di approfondimento sui temi della mobilità (Emanuele Rosteghin, Pd) e dei reali benefici pubblici dell’accordo (Jacopo Molina) che a tanti sembra essere troppo sbilanciato a favore della Dng. È toccato a Ferrazzi, in conclusione, chiarire il punto di vista dell’amministrazione. «O ci teniamo il buco così com’è per i prossimi dieci anni, fino alla scadere della precedente convenzione, o cerchiamo di porre le condizioni economiche perché si possa ripartire, perché fa parte del beneficio pubblico cercare di sbloccare questa situazione» spiega Ferrazzi, aggiungendo e facendo capire che l’intesa non è ulteriormente modificabile: «L’accordo raggiunto ci permette di anticipare il beneficio pubblico, ottenendo lo spazio verde per il parco e quello per fare i parcheggi. Molto meglio del suk proposto dall’Ascom».

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