Il topo tra le patatine è nelle mani dei Nas
SPINEA. Carabinieri del Nas in azione sul clamoroso caso del topo morto finito in un sacchetto di patatine. Ieri i militari del Nucleo antisofisticazione e sanità di Padova hanno prelevato il sacchetto incriminato, con tanto di patatine e roditore, dalla caserma dei colleghi di Spinea, dov’era custodito da giorni, per analizzarlo e ricostruire l’accaduto.
Il topolino ora si trova all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie a Legnaro (Padova), dove verrà analizzato per capire che tipo di trattamenti abbia subito e come sia finito nelle mani della consumatrice, una ventenne di Spinea che aveva deciso di sgranocchiarsi lo snack sul divano di casa insieme al fidanzato. Tra le ipotesi al vaglio c’è quella che il piccolo roditore possa essere finito nel pacchetto di patatine già fritto, facendosi in pratica l’intera filiera produttiva insieme alle patatine.
Ma i carabinieri non escludono alcuna possibilità e per prassi hanno chiesto ai tecnici del laboratorio padovano di analizzare l’animale anche per escludere la possibilità di sofisticazione da parte della ragazza, in particolare per scartare l’eventualità che l’azienda produttrice della confezione possa rivalersi sul consumatore, addebitandogli qualche responsabilità.
L’episodio ha destato molto clamore in tutta la regione, diventando un vero e proprio caso: la ventenne ha sporto denuncia ai carabinieri di Spinea per lesioni colpose. Era svenuta e aveva dovuto ricorrere alle cure mediche per escludere eventuali complicazioni e anche il fidanzato che era con lei si sta sottoponendo da alcuni giorni a cure antibiotiche prescritte dal medico di famiglia.
Filippo De Gaspari
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