Il tesoro dei Sorgato, pistole e contanti

Nel garage del fidanzato carabiniere trovati 124 mila euro, Debora indagata per riciclaggio e detenzione di armi
Di Enrico Ferro
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CASA DEBORA SORGATO
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CASA DEBORA SORGATO

PADOVA. Più si scava nel delitto di Isabella Noventa, più emergono spaccati da romanzo noir. E così anche la perquisizione nella casa del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Verde, compagno di Debora Sorgato, è un colpo di scena. In un armadio dell’abitazione del sottufficiale dell’Arma, nello scompartimento utilizzato dalla sua donna, sono stati trovati 124 mila euro divisi in mazzette e due pistole con relative munizioni. Tutto il materiale è stato sequestrato e sarà oggetto di perizie per capirne la provenienza.

Il tesoro in un armadio. La versione ufficiale è che lunedì, giornata di interrogatori per i tre accusati di omicidio premeditato, il maresciallo Verde avrebbe chiamato gli ex colleghi dicendo di aver scoperto in casa alcuni scatoloni con materiale della compagna Debora Sorgato. I militari dell’Aliquota operativa della Compagnia sono quindi andati a controllare nell’abitazione di via Vigonovese 200. In uno scatolone hanno trovato una busta con 10 mila euro in contanti. Hanno esteso la ricerca agli scompartimenti vicini, scoprendo che in un sacco di nylon c’era un’altra montagna di mazzette per un totale di 124 mila euro. Spostando un vecchio piumone, poi, hanno trovato anche due pistole: una Beretta calibro 7.65 con il colpo in canna e 71 proiettili e una Astra di fabbricazione spagnola calibro 9x21 con 51 proiettili. È scattato quindi il sequestro di tutto il materiale attribuito a Debora Sorgato, indagata per riciclaggio e detenzione illecita di armi. Gli accertamenti tecnici saranno svolti dai carabinieri ma è inevitabile che questo filone confluisca nell’inchiesta-madre che è quella sul delitto di Isabella Noventa. Un nuovo elemento nelle mani del capo della Squadra mobile Giorgio Di Munno.

Il tesoro dei Sorgato. Ora si tratta di capire da dove arriva tutta questa roba. Sulle armi saranno svolte le perizie balistiche per accertare se hanno già sparato. E poi c’è la montagna di denaro in contanti. A questo punto della storia è impossibile non tirare in ballo Gianluca Ciurlanti, l’ex compagno di Debora e padre di suo figlio. L’uomo è morto il 30 agosto del 2002 in un incidente stradale a San Giorgio in Bosco. Alle spalle aveva una serie di rapine a mano armata. Si sospetta quindi che quel denaro e quelle armi possano appartenere a lui. I numeri di serie della banconote saranno controllati per vedere se compaiono in qualche vecchio verbale riferito alle sue scorribande. Ma in una vicenda che riserva continui colpi di scena, non si può fare a meno di prendere in considerazione anche altre strade. E se quei soldi appartenessero alla famiglia Noventa? Se quei 124 mila euro fossero stati affidati da Paolo e Isabella a Freddy Sorgato e alla sorella per farli fruttare in qualche modo? Il movente della gelosia si è rivelato debole fin dal giorno degli arresti, ed è il motivo per cui il pm Giorgio Falcone ha deciso di tirare in ballo anche la Guardia di Finanza. Sono in molti a pensare che dietro all’uccisione della segretaria di 55 anni ci sia una questione di soldi. Quel che è certo, ad oggi, è che Debora aveva deciso di nascondere il suo tesoro nel posto da lei ritenuto più sicuro: la casa del compagno carabiniere.

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