«Il terminal Venis Cruise 2.0 migliore dell’ipotesi Contorta»

Affollata assemblea all’Ateneo Veneto per la presentazione del progetto De Piccoli-Duferco L’ex viceministro sfida Costa: «Accetti il confronto senza furbizie e scorciatoie e vediamo chi vince»
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 07.10.14.- VENIS CRUISE 2.0. INCONTRO PUBBLICO ALL'ATENEO VENETO CON CESARE DE PICCOLI,ANTONIO GOZZI E EZIO PALMISANI.
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 07.10.14.- VENIS CRUISE 2.0. INCONTRO PUBBLICO ALL'ATENEO VENETO CON CESARE DE PICCOLI,ANTONIO GOZZI E EZIO PALMISANI.

Non solo Contorta. Alla Valutazione d’impatto ambientale dei progetti alternativi al passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco va infatti anche quello proposto dall’ex sindaco di Venezia e viceministro Cesare De Piccoli con il gruppo Duferco che prevede di realizzare il terminal crocieristico - reversibile - alla bocca di porto di Lido, trasportando poi i passeggeri sbarcati dalle grandi navi in Marittima, con motonavi catamarano - fino a 6 per 1200 passeggeri - a trazione elettrica per limitare l’impatto del moto ondoso, ma consentendo ai turisti di vedere Venezia dall’acqua.

E ieri in un’Aula Magna dell’Ateneo Veneto gremita di folla (con molti interventi alla fine della presentazione) e alla vigilia della discussione in Regione di oggi per la Valutazione d’impatto ambientale, De Piccoli ha presentato in dettaglio insieme ad Antonio Gozzi, amministratore delegato del gruppo Duferco, Ezio Palmisani, responsabile del progetto e amministratore delegato di Duferco Engineering (la società internazionale di ingegneria che ha adottato e sviluppato l'idea), ha presentato gli aggiornamenti e i perfezionamenti del progetto, con particolare attenzione all'aspetto della logistica.

Due anni per la costruzione, un costo di 128 milioni di euro, garanzie dei posti di lavoro attuali (oltre tremila, 1200 di lavoro diretto e 1800 dell'indotto) e loro possibile incremento, attento inserimento ambientale. Sono questi i punti di forza del progetto Venis Cruise 2.0, il nuovo terminal per le navi da crociera alla bocca di porto del Lido di Venezia, che sono stati confermati ieri nell'incontro pubblico all'Ateneo Veneto. «L'obiettivo primario», ha ricordato De Piccoli, «è liberare il bacino di San Marco dai giganti del mare senza privare i turisti dell'opportunità di vedere Venezia da vicino. Ma vogliamo anche che questa città irripetibile diventi l'avanguardia della modernità sul fronte della crocieristica. Con questo progetto non facciamo nessuna opera irreversibile, perché le nuove tecnologie ci permettono questo». «Il progetto», ha aggiunto Palmisani, «ha sviluppato una soluzione credibile e adeguata ai problemi di Venezia: il sistema logistico è basato sul trasferimento dei passeggeri al nuovo terminal con moto-catamarani a propulsione elettrica a bassissimo impatto ambientale».

Il nuovo terminal sarà capace di ospitare cinque navi e sarà costituito da un pontile lungo 940 metri e largo 34, completamente rimovibile, collocato a 220 metri dalla diga nord del Cavallino. La struttura potrà movimentare ogni giorno fino a 24 mila crocieristi tra sbarco e imbarco. Antonio Gozzi ha assunto pubblicamente l'impegno in prima persona per la realizzazione del nuovo terminal crocieristico Venis Cruise 2.0 alla bocca di porto del Lido. «Abbiamo accettato questa sfida», ha spiegato, «perché il progetto si è dimostrato rispettoso dell'ambiente e sostenibile economicamente per gli armatori. Guardiamo con ragionevole tranquillità al futuro perché anche i problemi logistici per il trasferimento di passeggeri e bagagli sono superabili».

Per la realizzazione del terminal Gozzi ha ipotizzato una partnership pubblico-privata: l'infrastruttura che sorge in area demaniale rimarrà pubblica ma la gestione dovrà essere privata. «Siamo ora pronti», ha concluso, «a partecipare alla gara secondo le normative di legge».

Da De Piccoli è partita anche una sfida al presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa, sponsor del progetto dello scavo del canale Contorta Sant’Angelo. «Accetti che i due progetti», ha detto, «siano sottoposti ad analoga Valutazione d’impatto ambientale ed economico, senza più furbizie procedurali o scorciatoie ministeriali e vediamo qual è il migliore».

Enrico Tantucci

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