Il terminal intermodale da 1,5 miliardi, il project financing della discordia

Progetto senza finanziamenti pubblici: sarà a 2,5 chilometri dalla costa, previsto un collegamento ferroviario con la terraferma 

VENEZIA. Morto un offshore se ne fa un altro. Atterra a Chioggia, proveniente dal ministero per l’Ambiente, la voluminosa pratica sul nuovo «Terminal plurimodale d’altura».

Il sindaco pentastellato Alessandro Ferro lo ha saputo per caso. «Mi ha avvertito un mio dirigente che ha ricevuto le carte per il parere», dice, «abbiamo subito avvisato i cittadini e i nostri parlamentari. Adesso vedremo cosa fare».

Il parere al Comune di Chioggia è stato chiesto nell’ambito della procedura di Via (Valutazione di Impatto ambientale). Il progetto presentato al ministero è della società Vgate srl, con sede in via Torino a Mestre.

Propone di costruire in project financing, al costo di un miliardo e mezzo di euro, una grande piattaforma per lo scarico dei container due chilometri e mezzo al largo di Chioggia. Il progettista si chiama Cristiano Paro, studi a Casier (Treviso) e Verona, il «consulente per lo sviluppo portuale» Wilmer Aguilar, con sede a Venezia Castello. Obiettivo, si legge nell’introduzione, «quello di intercettare il traffico dei container, che si svilupperò nei prossimi anni, fino a due milioni di teu l’anno.

Progetto annunciato qualche mese fa dal presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino, nell’ambito dei progetti «Banchine alti fondali». Il terminale offshore, più modesto rispetto a quello progettato qualche anno fa dall’ex presidente Costa 8 miglia al largo, non gode di finanziamenti pubblici. Né dovrà ospitare petroliere.

Sorgerà in un’area di mare di fronte a Brondolo e alle spiagge. I fondali in quel punto sono profondi tra i 15 e i 18 metri. Dunque adatti a ricevere anche le navi di ultima generazione. Ma soprattutto, i terminal dovrà essere collegato con la costa tramite strada e ferrovia. Una «bretella sul mare» che metterà in collegamento la nuova isola portuale con l’entroterra.

Perché un nuovo offshore dopo la bocciatura della piattaforma d’altura? «Nel 2022 il Mose dovrebbe essere operativo», si legge nella relazione introduttiva al progetto, «dunque in questo modo si garantirebbe l’accessibilità alle navi porta container». Entrando dalla bocca di Chioggia, le altre navi potrebbero raggiungere l’attuale Marittima e Marghera. Con i previsti nuovi collegamenti autostradali Civitavecchia Orte e il potenziamento della ferrovia Rovigo-Adria, anche il resto dei collegamenti sarebbe migliorato. Chioggia diventerebbe allora il nuovo centro dell’economia portuale del Nord Adriatico.

Ma il Comune non ci sta. «Vogliamo capire bene», sbotta il sindaco, reduce da un lungo colloquio con i parlamentari del suo partito, «qui si parla di gru e container di fronte alle spiagge e alla foce del Brenta, vicino all’Isola verde. Un terminal plurimodale, vuol dire che ci possono mettere anche i petroli e il gas. A noi non va bene».

Facile prevedere che Chioggia darà un parere contrario al progetto. Come peraltro successo per il terminal grandi navi a Marghera, approvato nell’ultimo Comitatone del settembre scorso.

Obiezioni di vario tipo, a cominciare da quella ambientale. Un via vai di navi a ridosso del litorale di Chioggia e Sottomarina.

Ma i progettisti replicano: «Con questa nuova infrastruttura il traffico dei camion diminuirà del 70 per cento. Gli automezzi saranno comunque tanti, per caricare i contenitori. Che secondo lo studio di fattibilità porteranno più di tutto rinfuse (29,9 per cento del totale). Il traffico su camion sarà sempre il 59 per cento del totale, il 28 per cento su treni, il 3 per cento su chiatte per i canali navigabili dei fiumi, il 10 per cento su «transhipping», cioè scaricate su navi più piccole. L’indotto economico, secondo i progettisti, potrebbe essere vicino ai 4 miliardi di euro.

Una nuova grande opera, dunque. Che fa discutere. Non sarà come il terminal gasiero, per cui Chioggia ha chiesto al “suo” ministro delle Infrastrutture, il grillino Danilo Toninelli di intervenire per bloccarlo, denunciando anche l’opera all’Unesco. Ma il nuovo terminal «plurimodale» fa già discutere. E in primo luogo fa discutere il modo con cui la città ne è venuta a conoscenza. Progetto presentato al ministero per avere il via libera dalla commissione Via. E per questo comunicato al Comune di Chioggia e al territorio. «Vogliamo vederci chiaro», annuncia il sindaco. —


 

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