Il Tar: no all’ampliamento dell’impianto di Alles
Niente revamping per Alles, la società del gruppo Mantovani che a Marghera tratta rifiuti speciali. Delibera regionale annullata e ricorso vinto dal Comune di Venezia contro il via libera all’ampliamento dell’impianto di Marghera. Una delibera contro cui si erano mobilitate amministrazioni comunali (l’ex giunta di Venezia retta da Orsoni e in seconda battuta Mira), comitati e associazioni ambientaliste.
È stata depositata in segreteria il 10 luglio la sentenza dei magistrati del Tar del Veneto (presidente Giuseppe Di Nunzio; consiglieri Riccardo Savoia e Marco Morgantini) dopo la camera di consiglio di aprile 2014.
Una sentenza che arriva dopo una sospensione per un anno decisa dalla terza sezione del Tar nell’agosto 2013. La sentenza annulla la delibera regionale 448 del 10 aprile 2013 che autorizzava il revamping dell’impianto esistente della Alles di Malcontenta per il trattamento di rifiuti speciali anche pericolosi.
«Il progetto avrebbe comportato l’aumento di una significativa quantità di rifiuti da trattare ma soprattutto prevedeva un aumento del tipo di rifiuti e un allargamento dell’area di provenienza, che avrebbe reso possibile il loro arrivo indiscriminato. La deliberazione regionale venne assunta d’imperio, contrariamente a quanto prevede il Prg del Comune di Venezia e con il parere contrario sia del Comune che della Provincia di Venezia», ricorda l’ex assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin che ora può cantare vittoria. Il progetto di revamping dell’impianto di Alles, hanno ribadito i giudici del Tar, «non è un mero adeguamento dell’impianto esistente» e non è possibile «consentire una significativa modifica del numero di codici autorizzati e di operazioni autorizzate».
Per un nuovo impianto di questo tipo servono un’autorizzazione edilizia della Provincia (citata in giudizio dal Comune con un intervento poi dichiarato inammissibile dai giudici), un preliminare assenso del Ministero dell’Ambiente (l’impianto ricade nell’area Sin di Porto Marghera) e del preliminare ok dell’Osservatorio Rifiuti dell’Arpav che accerti la «indispensabilità degli impianti stessi ai fini dello smaltimento o recupero in ragione dell’osservanza del principio di prossimità tra luogo di produzione e luogo di smaltimento», si legge nella sentenza. Bettin commenta: «Ora sarà possibile evitare che Marghera diventi la pattumiera che qualcuno voleva. Si sta andando per un’altra virtuosa strada, dopo la chiusura dell’inceneritore di rifiuti urbani e dell’SG31, questo nuovo risultato conferma che Marghera può e deve diventare polo di industria e attività sostenibili». Ma avverte: «Occorre vigilare perché nel presente vuoto politico e istituzionale in Comune di Venezia qualcuno non tenti colpi di mano».
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