Il Tar blocca l’ampliamento della Nekta

Accolto il ricorso presentato dalla Provincia e dai Comuni di San Donà e Noventa. La gioia del comitato

NOVENTA. Caso Nekta: il Tar accoglie il ricorso della Provincia e stoppa la costruzione del contestato impianto di recupero e smaltimento delle ceneri di pirite che l’azienda avrebbe voluto realizzare nella zona industriale a cavallo tra San Donà e Noventa. È una prima, importante, vittoria che arriva dopo la lunga mobilitazione che ha visto impegnati i due Comuni, la Provincia e, soprattutto, il comitato civico «No Nekta», che proprio lunedì sera aveva tenuto l’ennesima riunione alla Loggia di Noventa.

Il Tribunale amministrativo del Veneto (Tar) ha depositato la sentenza che accoglie il ricorso presentato dalla Provincia (analogo provvedimento avevano avanzato i Comuni di San Donà e Noventa) per annullare le due delibere della Regione con cui era stato approvato l’intervento e il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale per il progetto. Come chiarisce una nota di Ca’ Corner, nella sentenza il Tar ha stabilito che, allo stato attuale in cui si è ancora in attesa dell’approvazione di un Piano regionale per la gestione dei rifiuti speciali, il parere provinciale sulla indispensabilità o meno di questo tipo di impianto è vincolante per la Regione.

E il Consiglio provinciale è stato chiaro, stabilendo che l’impianto non è indispensabile per il territorio. «È un successo importante sotto vari profili», commenta Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia, «ciò che ritengo particolarmente significativo è che si è affermato ancora una volta il ruolo della Provincia a presidio sia della qualità ambientale del territorio, che avrebbe visto realizzarsi un impianto fortemente impattante, sia della volontà delle comunità interessate».

«Va sottolineata l’importanza della concertazione tra le amministrazioni nell’assumere decisioni in materia ambientale», aggiunte l’assessore noventano Giampietro Perissinotto, «oggi più che mai data la positiva e crescente sensibilità dei cittadini, che vedono nella tutela ambientale un forte elemento della qualità della vita».

Per il comitato è una battaglia vinta. «La magistratura ha analizzato tutti gli aspetti con rigore e ha messo in evidenza che la commissione di Valutazione d’impatto ambientale ha operato in difformità alle leggi di questo Paese. Siamo felici che sia arrivato questo pronunciamento», spiegano i “No Nekta”, «in questi mesi i comitati hanno fatto un’azione in coordinamento con la Provincia e i Comuni».

Giovanni Monforte

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia