«Il suo inserimento ha rispettato la legge»
«Non conosco l'esito delle indagini, e non sapevo nemmeno dell'arrivo dei carabinieri in Comune, ma posso dire che l'inserimento di Luciano Maritan ha rispettato la legge e le normative previste». All'epoca in cui era sindaco della città, la presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, fu messa in croce per l'assuzione in un progetto di recupero di Luciano Maritan, pregiudicato nipote del boss Silvano Maritan. L'anno scorso, ultimo anno del suo mandato, "Ciano" o "Cianetto" come tutti lo conoscono a San Donà, era diventato guardiano dei parchi pubblici, pagato con dei "vaucher" speciali.
Un inserimento lavorativo che fece scalpore e destò un fitto chiacchiericcio sull'opportunità di dare un incarico delicato, come la sorveglianza dei parchi, a chi aveva avuto precedenti per droga. Lui aveva accettato con entusiasmo, per nulla preoccupato dei riflettori accesi sulla sua persona. In sella allo scooter si presentava ai cancelli dei parchi, pronto a cacciare chi volesse delinquere con i suoi modi spicci, ma efficaci. Non ci furono segnalazioni di tensioni o problemi particolari, anzi qualcuno degli anziani sorveglianti non aveva esitato a chiamarlo in caso di tensioni con qualche banda un po' troppo intemperante e dagli animi accesi che si ribellava ai richiami dei volontari. «Avevamo stanziato cinquemila euro», ricorda Zaccariotto, «perché non ne avevamo di più. Io non ho seguito la parte normativa dell'inserimento, attraverso servizi sociali e comando della polizia locale. Maritan si era rivolto ai servizi sociali, aveva una figlia a carico, non lavorava ed era stato in carcere. Ha partecipato a una graduatoria e avuto quel lavoro per qualche mese. Il suo era un caso di disagio sociale, al pari di disoccupati, cassintegrati a quant'altro». Sulla moralità di una simile assegnazione di incarico, Zaccariotto non si scompone. «Oggi l'Europa», ricorda, «inserisce i rom nei posti pubblici e lo ha previsto espressamente. Cosa vogliamo fare di chi ha avuto problemi come il carcere? Forse li vogliamo mettere in fila e gettarli nel Piave? La mia formazione è di assistente ai servizi sociali, so cosa significhi la difficoltà di inserimento. Oltretutto inserire uno come Maritan avrebbe potuto rappresentare un efficace deterrente contro la criminalità nei parchi pubblici, un po' come accadeva negli Stati Uniti d'America quando furono inserite persone di colore negli organici della polizia per fronteggiare situazioni di degrado tra quelle etnie».
Giovanni Cagnassi
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