Il Sunia ai sindaci: «Famiglie senza lavoro rischiano ora lo sfratto per morosità»

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«Qui sta per abbattersi uno tzunami: ricevo decine di telefonate tutti i giorni di persone che sono rimaste senza lavoro - a causa dell’emergenza coronavirus - e che ora non riescono a pagare l’affitto di casa e temono di essere sbattuti per strada. Persone senza più rapporti sociali, privati della vita di ogni giorno È un problema gravissimo che i Comuni devono avere ben presente». A lanciare il drammatico allarme è la segretaria generale del sindacato inquilini Sunia, Ivana De Rossi, che ha scritto una lettera a tutti i 44 sindaci dell’area metropolitana, informandone anche il presidente della Regione, Zaia. «Cercano di tirare avanti, finché la situazione economica, già ormai fortemente vacillante, lo permetterà», scrive la segretaria del Sunia ai sindaci veneziani, «qualcosa è stato fatto da parte delle Istituzioni per sostenere i lavoratori e le famiglie. Hanno cercato di andare incontro ai lavoratori dipendenti, a quelli autonomi, anche a chi gestisce un'attività in una bottega o negozio riconoscendo un credito d'imposta pari al 60 % del canone corrisposto al proprietario. È qualcosa, anche se non risolve il problema per chi ha dovuto chiudere momentaneamente l'attività ed è stato così privato del reddito». Certo, il governo è intervenuto per sospendere l’esecuzione di tutti gli sfratti fino al 30 giugno e il pagamento delle rate di mutuo per l'acquisto della prima casa a favore dei lavoratori dipendenti e degli autonomi nel caso di cessazione o riduzione del reddito. «Va bene anche questo. E se i lavoratori hanno la casa in affitto, nessuna provvidenza?», domanda De Rossi, «Nessun provvedimento è stato preso con riguardo all'impossibilità di pagare il canone. Vogliamo sperare che ciò sia accaduto a causa di una svista del Governo, alla quale potrebbe esso stesso rimediare con ulteriore provvedimento. Se così non fosse, dovrebbe intervenire il Parlamento in sede di conversione in legge del decreto per sanare una palese iniquità nei confronti di chi non è proprietario di casa. Il Sunia di Venezia insorge contro il fatto che non si sia provveduto a tutelare chi abita in affitto e sostiene che la tutela dovrà arrivare al più presto, prima cioè che si verifichi una serie di morosità incolpevoli che andrebbero ancor più ad aggravare la già precaria situazione delle famiglie. È necessario quindi che venga rifinanziato al più presto il Fondo per il sostegno dell'affitto, al quale poter accedere con procedure svelte e agili, tali da soddisfare realmente il diritto alla casa anche ai più deboli». —

r.d.r.

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