Il soldato De Manincor e la guerra
Il “soldato De Manincor Antonio” parte da Genova il 13 maggio 1915, a 22 anni, per scatenare la guerra. Il suo reggimento è infatti uno di quelli che l’Alto comando invia a Caporetto nella notte tra il 24 e il 25 maggio. «Partiti da Genova il 13.5.1915 alle ore 16 sulla linea Voghera-Piacenza. Il 14 alle ore 21.50 arrivati a Udine, il 16 a Bottenicco rimanendo accampati fino al giorno 24, partiti alle ore 3 per Sanguarzo . Il 25 oltrepassato il confine verso le ore 15: ci venne letto dal signor capitano, per incarico del maggiore generale, un ordine del giorno di S. M. il Re col quale ci dava la missione di occupare quelle terre in nome dell’Italia. Il 26 arrivati a Caporetto». Non c’è retorica, o per lo meno ce n’è molto poca: la “missione affidata da Sua Maestà il Re”.
Ma sei giorni dopo arriva la morte e l’abbandono da parte dei comandi: «All’alba del 2 giugno avanzammo e iniziò il combattimento che durò a lungo e si mantenne accanito da entrambe le parti fino alle undici circa. Caddero il capitano Broferio, il capitano comandante della nostra compagnia e circa una sessantina di uomini della stessa. Il rimanente della giornata fu trascorso a trincerarsi tra i massi di pietra dove si pernottò, in attesa di ordini».
Antonio De Manincor, diventerà sergente, verrà fatto prigioniero, sarà mandato in Germania a raccogliere patate e poi tornerà, vivo.
Si sposerà e andrà ad abitare a Venezia, dipendente della compagnia dell’elettricità. Non parlerà mai volentieri con i figlio Paolo delle sue esperienze di guerra. A Paolo, però ha affidato i suoi diari.
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