Il sogno di Marco e la sua "automare"

Una Maserati Biturbo degli anni 80 trasformata in barca. Tutto per ricordare i sogni di suo padre e un'impresa epica
Marco Amoretti con la sua Maserati Biturbo trasformata in barca
Marco Amoretti con la sua Maserati Biturbo trasformata in barca

VENEZIA. Dalla Liguria a Venezia? Niente di più facile: in auto. Solo che per renderla un po’ più “pepata” l’auto deve andare via mare, trasformata in barca.
Così Marco Amoretti, 40 anni, di Sarzana, provincia di La Spezia in Liguria, ha trasformato una Maserati Biturbo dell’80  in un improponibile natante.
Viaggia sotto lo sguardo esterrefatto di marinai e pescatori, coprendo 60 miglia nautiche al giorno.
Voleva arrivare per la Mostra del Cinema ma non è riuscito a partire prima del 23 agosto. Ora l’hanno fermato a Roma.
Ma lui non vuole rinunciare: “Ho in mente un film”, ha spiegato alla partenza".
Il suo viaggio, infatti, ha un fine: raccogliere fondi per girare un documentario sull’impresa incredibile portata a termina da lui, i suoi due fratelli e un amico nel 1999: attraversare l’Oceano Atlantico su quella che lui chiama “automare”.
I quattro ragazzi avevano riempito due vecchie Ford di polistirolo e, grazie a due paracadute “a materasse” e due motori erano partiti da La Palma, nelle isola Canarie, e avevano raggiunto La Martinica, nelle Antille Francesi. Totale: 119 giorni di navigazione.
Il sogno era del padre Giorgio, colpito da un mare incurabile e che morì mentre i vigli compivano la “sua” traversata.
 «Ho tantissimo materiale video», aveva spiegato Marco, e mi piacerebbe intitolare il film “Inseguendo un sogno nell’oceano”. Tutte le informazioni e un po’ di immagini dell’epoca si possono trovare sul sito www.artemobile.org : spero davvero che il mio giro d’Italia possa accendere l’interesse di qualcuno».
Intanto il suo viaggio prosegue, anche se ogni tanto, come a Roma, capitano buffi episodi e Marco viene fermato. A Pisa, per esempio, quando lo videro sull’Arno chiamarono i vigili del fuoco, dicendo che un’auto stava affondando in mezzo al fiume.
Ora le capitanerie di porto hanno definito la sua Maserati una “imbarcazione sperimentale” e l’hanno trattato con simpatia. In fondo il mare è una continua sperimentazione.

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