Il sindaco: «Via i libri gender da scuola»

Brugnaro azzera il lavoro della giunta Orsoni sulle differenze di genere. «Nessun bambino sarà mai discriminato»

«L’avevo detto in campagna elettorale e l’ho fatto: martedì, ho dato indicazione perché vengano ritirati dalle scuole comunali - resteranno naturalmente nelle biblioteche - i libri gender, genitore 1 e genitore 2: sono temi che non devono riguardare i bambini, materie da lasciare ai loro genitori, nella piena libertà di scelte degli adulti». Così il sindaco Luigi Brugnaro ha azzerato con un semplice ordine agli uffici - riportandolo alla sfera dell’educazione privata e non pubblica - il lavoro di introduzione alle differenze di genere avviato dalla giunta Orsoni, con la delega a Camilla Seibezzi: una decisione che aveva fatto il giro d’Italia, quella del Comune di Venezia di introdurre favole che parlano di differenze di genere, religione, nazionalità, culture. «Nessun bambino sarà mai discriminato o trattato diversamente, mai», aggiunge il sindaco Brugnaro, «nella loro casa potranno esserci papà 1 e papà 2, mamma 1 e mamma 2 e sarà certamente incoraggiata qualsiasi integrazione, ma va riconosciuta la maggioranza delle persone che hanno una mamma e un papà».

Ordine di ritiro dalle scuole per l’infanzia e dai nidi, dunque, per le 50 fiabe che attraverso disegni e storie di animali introducevano al tema delle famiglie omogenitoriali, ma anche alle differenze religiose o di nazionalità: un progetto che aveva acceso le tensioni all’interno della stessa giunta Orsoni, con le perplessità del sindaco e l’opposizione dell’allora assessore alla Pubblica istruzione Tiziana Agostini, con i libri rimasti in magazzino per mesi e la minaccia di Seibezzi di uscire dalla maggioranza. Poi, una volta introdotti nelle scuole e lasciata alle maestre la discrezionalità sulla loro lettura, anche il progetto “Leggere senza stereotipi” sembrava diventato un atto amministrativo acquisito, come pure la sostituzione della semplice dizione di “genitore” a quella di “padre-madre” sui moduli scolastici, ripresa anche da altre città in Italia. Non però nel centrodestra - o nei presidi delle “sentinelle in piedi” tra le quali anche il consigliere comunale più votato e aspirante assessore, Simone Venturini - che ne ha fatto una delle sue parole d’ordine elettorali.

«Il sindaco di Venezia si comporta come se fosse uscito dagli anni ’40», replica Camilla Seibezzi, «impegnandosi nel ritiro dalle biblioteche scolastiche del premio Andersen dell'editoria per l’infanzia del salone del libro 2012. La prossima battaglia riguarderà la caccia ai fantasmi ossia genitore 1 e genitore 2, termini inesistenti nella nostra modulistica scolastica che si attesta nella macro categoria che tutti comprende: genitore. Cosa dirà il primo cittadino, noto per l’uso spropositato delle parole talento, cultura e innovazione, alle tante università italiane che hanno sostenuto il progetto “Leggere senza stereotipi”? Cosa dirà alle 70 amministrazioni pubbliche di destra e di sinistra che hanno sottoscritto e condiviso attraverso la rete “Ready” la nostra proposta di scrivere “genitore” sui moduli scolastici? Dia la lista dei libri che ha messo al bando dalle scuole dimostrando il coraggio delle proprie azioni e un po’ di trasparenza. Invito il Sindaco ad un confronto pubblico su tali temi, Il signor Brugnaro è noto per metterci la faccia, come ricorda di continuo: la metta di fronte a tutti i cittadini in un dialogo aperto su questi temi verso il quale offro la mia totale disponibilità e la rete dei maggiori studiosi di psicologia dello sviluppo e letteratura per l'infanzia».

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