Il sindaco di Venezia: "No al numero chiuso, ma un obolo sui turisti pendolari"

Brugnaro pensa a istituire un'addizionale sulla vendita dei biglietti Actv e le prenotazioni online, ma non vuole chiudere le porte, mentre la città subisce una pressione quotidiana
Sempre più turisti a Venezia
Sempre più turisti a Venezia

VENEZIA. «Senza turisti Venezia muore. La città è aperta a tutti, non la vieterò mai a nessuno. Ma il turismo mordi e fuggi non dà grandi benefici e crea costi per la città, va regolamentato. La tassa di soggiorno non basta per finanziare i servizi utilizzati dai turisti. Penso a un contributo, un obolo inversamente proporzionale al tempo di permanenza. Chi arriva e parte in un solo giorno paga di più, ogni giorno di pernottamento fa calare l'entità del contributo».

Così il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, in un'intervista alla Stampa. Il contributo vale anche per i passeggeri delle grandi navi e - per il sindaco - si può applicare «con un sistema di prenotazioni online e di addebito sui biglietti dei vaporetti, delle navi e dei treni», dice Brugnaro.

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Mentre le ricerche dicono che il turismo - pendolare e pernottante - è e sarà in costante crescita a Venezia, pressata quotidianamente da una ressa di visitatori, per il sindaco il turismo di massa non è un'emergenza, «tutt'altro. Ma qualcuno, invece di sviluppare altri settori, vuole uccidere il turismo che ci dà da mangiare», dichiara il sindaco, che propone la sua ricetta: «prima sviluppiamo l'industria. Tutto dipende dal porto. Gli armatori acquistano navi più grandi e il nostro non è in grado di accoglierle. Allora dico a Renzi: facciamo un patto per Venezia. Nel 2002 accettammo il Mose in cambio di uno sviluppo del porto. Non s' è visto nulla. Bisogna fare un nuovo porto offshore per le navi oceaniche. I cinesi sono pronti a investire 600 milioni di euro, ma vogliono certezze». Nel patto, conclude c'è anche «un nuovo tracciato per le grandi navi da crociera, peraltro già usato in passato. E Porto Marghera».

 

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