Il sindaco assicurò: "Ho denunciato ogni centesimo"
VENEZIA «Tutto regolare. Abbiamo denunciato tutto, al centesimo». Così Luigi Brugnaro, appena eletto sindaco al ballottaggio, a metà giugno del 2015, respingeva le accuse mossegli dalle opposizioni. Tutto in regola. Nella dichiarazione depositata alla Corte d’Appello dal suo comitato elettorale spiccava quella cifra, 315 mila 590 euro. Più 72.828 «a titolo forfettario». Soldi spesi per la campagna elettorale degli ultimi 30 giorni, quelli che la legge obbliga a denunciare. Il quadruplo di quelli impiegati dal suo avversario Felice Casson. Quasi dieci volte quelli degli altri candidati. In realtà le spese totali erano state molte di più. Ma la registrazione diventa obbligatoria solo nell’ultimo mese della campagna. Una campagna molto indovinata, quella dell’imprenditore e presidente della Reyer basket. Che in poche settimane aveva scalato pronostici e sondaggi. Il segreto? La grande capacità di comunicare, e anche il momento storico favorevole (il Pd nazionale e il governo in calo, lo scandalo Mose e la rabbia dei veneziani). E secondo gli avversari anche il budget. «Soldi miei, li ho messi di tasca mia», ripeteva Brugnaro prima e dopo la competizione. Campagna “fucsia” con decine di migliaia di palloncini, gadget, volantini. Sedi dappertutto, feste in piazza e costicine gratis per duemila a San Giuliano. Il traino dei tifosi e dei successi della sua Reyer, rilanciata dalle serie minori e in quei giorni in corsa nei play off scudetto. Un fare simpatico e da compagnone, l’annuncio di grandi novità e di un modo nuovo di governare. Ma anche grandi mezzi a disposizione. «Se avessi avuto quei soldi sarei andato io al ballottaggio», commentava Mario d’Elia, avvocato semprepresente nelle sfide per il sindaco, peraltro con risultati da prefisso telefonico. Qualche mese fa era stata l’associazione 25 aprile, che al ballottaggio aveva appoggiato Casson, a presentare una dettagliata memoria alla Corte d’Appello sulle spese elettorali del sindaco Luigi Brugnaro. «Ci sono molte cose da chiarire», aveva detto il portavoce Marco Gasparinetti. Nel dettaglio, tra le spese denunciate da Brugnaro emergono i 37.941 euro destinati alla concessionaria di pubblicità Pm (concessionaria de Il Gazzettino), i 26.420 a TeleVenezia, la tv attraverso cui il sindaco dialoga settimanalmente con i cittadini, 22.366 euro a Rete Veneta di Luigi Bacialli, 17.134 ad Antenna Tre. Più basse le cifre destinate alla pubblicità del Corriere Veneto (5928) e Manzoni (Nuova Venezia) con 4450 euro. 4178 euro infine per la pubblicità su Facebook, 753 euro in caramelle, 644 in penne fucsia. Secondo il comitato «fornite da Publitalia».
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