Il silenzio di Treporti «Non è una sorpresa»

Nella parrocchia della Santissima Trinità di Treporti, frazione di Cavallino-Treporti dove tutti si conoscono, la notizia del trasferimento di don Massimiliano D’Antiga dalla parrocchia di San Zulian a quella di San Marco, divide i parrocchiani, ma non lascia nessuno indifferente. Tuttavia, nessuno ha voglia di parlare. E chi lo fa, non vuole dire il nome o preferisce tagliare corto. L’unica cosa che si percepisce è che pochi si stupiscono per quanto sta accadendo a Venezia.

La famiglia D’Antiga, è conosciuta nel litorale di terraferma soprattutto per il commercio negli anni addietro di prodotti ittici. Anche se da anni i D’Antiga non frequentano più abitualmente il centro della frazione, è comunque conosciuta per le proprietà immobiliari, tra cui alcuni appartamenti che gestisce nel territorio comunale. Don Massimiliano a Treporti è invece ricordato fin dalla metà degli anni Novanta, allora seminarista aiutante del parroco, per la frequentazione assidua con l’anziano don Benedetti, pastore che precedette don Barzan fino al 1996 nella titolarità della parrocchia. Un legame tra la famiglia D’Antiga e l’anziano parroco Benedetti che si saldò ulteriormente alla fine della sua vita tanto che i parrocchiani ricordano che quest’ultimo in tarda età venne accudito e accolto a casa di don Massimiliano, avendo anche aiutato a traslocare tutti i suoi beni dalla canonica, compresi i suoi effetti personali. Risalgono a quegli anni gli acquisti immobiliari in alcuni punti del litorale, soprattutto a Treporti, ma anche successivamente a Venezia, di appartamenti messi in affitto, immobili gestiti direttamente dalla famiglia D’Antiga, anche con il coinvolgimento dei genitori di don Massimiliano.

Un episodio recente, ha riguardato la madre e risale a qualche anno fa. Si racconta che sia entrata in un bar di Treporti per lamentare la presenza di un post condiviso da alcuni profili Facebook su un messaggio anonimo che riguardava il figlio, affisso a San Zulian. In quella occasione utilizzò l’acqua benedetta per benedire il bar.

Quasi un rito per purificare il paese dalle malelingue. —



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