«Il sì della Regione ad Alles spalanca le porte alle ecomafie»
MARGHERA. La Giunta regionale di Luca Zaia «deve rispettare i cittadini di Marghera e fare subito marcia indietro in merito all’autorizzazione concessa ad Alles spa, l’azienda del gruppo Mantovani che vuole far arrivare nel suo impianto ancor fanghi e rifiuti pericolosi provenienti da tutta Italia con traffici a chiaro rischio di infiltrazioni criminali e mafiose».
La richiesta è stata ribadita ieri mattina nel corso dell’assemblea pubblica tenutasi in Municipio e sarà ripetuta martedì prossimo all’assessore regionale, Maurizio Conte, nell’incontro programmato.
«Diremo all’assessore Conte», precisa il presidente della Municipalità, Flavio Dal Corso «che è inaccettabile la modifica del piano regolatore di Venezia introdotta dal decreto della Giunta regionale che autorizza Alles a fare quello che la variante al piano regolatore approvata a suo tempo dal consiglio comunale, la quale prevedeva che negli impianti di Porto Marghera si trattino e smaltiscano solo rifiuti o fanghi prodotti in loco, come dovrebbero fare tutti».
Oltre ai cittadini sono intervenuti contro il decreto regionale che dà il via libera ai progetti di Alles spa anche il presidente Ascom di Marghera, Stefano Montesco, e don Marco, vicario delle otto parrocchie di Marghera. All’assemblea era prevista la presenza dell’assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin, che però non ha potuto partecipare, ma ha inviato un intervento che Dal Corso ha letto a tutti i presenti. «La giunta comunale ha approvato la delibera che incarica l’avvocatura civica di presentare il ricorso contro la delibera regionale che autorizza il revamping dell’impianto di Alles», ha confermato Bettin, ribadendo che «quella delibera regionale per noi è irregolare perché non ha sottoposto il progetto alla Vas, Valutazione ambientale strategica, obbligatoria in questi casi. E poi perché è una delibera che ribalta i principi sui quali si basa, in tutta Europa, il trattamento dei rifiuti, che dovrebbe in primo luogo preoccuparsi di ridurne la produzione e quindi di smaltire i rifiuti residui nei modi meno impattanti e nelle forme più trasparenti e controllate. La scelta della Giunta regionale si fonda invece sulla volontà di farne un business, facendo di Marghera la grande pattumiera tossica d’Italia, stravolgendo così la prospettiva che la città si è data per quest’area strategica, la cui vocazione è portuale e industriale sotto il segno della sostenibilità e dell’innovazione di processo e di prodotto».
Gianfranco Bettin ha infine ricordato che il proliferare di questi impianti di trattamento dei rifiuti «espone la nostra città al rischio ecomafie, le quali, come le indagini più recenti dimostrano, non si occupano più solo dello smaltimento illecito in discarica o in fondo al mare dei rifiuti, bensì del finto smaltimento legale in impianti autorizzati».
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