Il secondo mandato di Orsoni: ricandidatura nelle mani del Pd

Il sindaco ha parlato al congresso comunale: «Risultati ottenuti grazie al grande affiatamento con il partito». Borghello, segretario uscente: «Niente primarie se punteremo ancora su Giorgio»
AGOSTINI INTERPRESS VENEZIA 30.03.2010.-GIORGIO ORSONI NUOVO SINDACO DI VENEZIA.
AGOSTINI INTERPRESS VENEZIA 30.03.2010.-GIORGIO ORSONI NUOVO SINDACO DI VENEZIA.

La ricandidatura a sindaco di Giorgio Orsoni è nelle mani del Partito democratico. Sarà il Pd di Venezia a giudicare l’operato della Giunta a fine mandato e a decidere se riproporre alla guida di Ca’ Farsetti l’attuale primo cittadino. In caso contrario, salvo sorprese dell’ultima ora, si sceglierà tramite primarie. È lo stesso Orsoni a comunicare, fra le righe, le intenzioni per le amministrative del 2015 spiegando dal palco del congresso comunale dei democratici al teatro Momo, che ha incoronato ufficialmente il neosegretario Emanuele Rosteghin, che «per il dopo decideremo insieme se e come affrontare il prossimo quinquennio».

La frase, detta in quel contesto, non necessita di troppe interpretazioni: sarà il Pd a decidere sulla ricandidatura o meno del sindaco in carica. Ma Claudio Borghello, segretario comunale uscente, va oltre, plaudendo al discorso di Orsoni, ringraziato per il lavoro svolto, e allargando il concetto alle primarie: «Il discorso del sindaco mi è piaciuto molto. In pratica ha detto che sarà il Pd a decidere se ricandidarlo o meno. In quel caso, non ci sarebbe bisogno di primarie. Nel caso si decidesse di non ricandidare Orsoni, allora sì che le primarie diventerebbero necessarie. In questi mesi decideremo come muoverci».

Il feeling fra il Pd e il primo cittadino emerge ancora dalle parole di Giorgio Orsoni che, dopo aver elencato le cose buone fatte dalla Giunta (Arsenale, tram, riqualificazione del centro mestrino) sottolinea che «tutto questo è stato possibile grazie a un grande affiatamento di squadra e al Partito democratico che ha sempre sostenuto la nostra azione. Ora dobbiamo recuperare il rapporto con la gente in qualche modo deteriorato da campagne mediatiche, anche in rete, che hanno preferito per motivi oscuri parlare di una situazione di sfascio generale. Vogliamo rivendicare i risultati conseguiti in questi anni».

Durante il congresso la relazione di Emanuele Rosteghin tocca problematiche locali a 360°. Particolare attenzione per la terraferma: il chilometro della cultura, l'ex Umberto I, la stazione di Mestre, i contratti di quartiere, via Poerio, il Bosco di Mestre, la linea di gronda, parco Ponci, piazza Barche. «Dobbiamo tutti insieme vincere una sfida che si chiama Mestre», dice il neosegretario comunale del Pd. «I progetti sulla città devono procedere con celerità ma con un monito: bisogna ridonare un' identità alla città, un senso di appartenenza e anche una vocazione: anche questo sarà un impegno del Partito Democratico di Venezia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia