Il ritorno di Rick Owens al Lido «Amo questo luogo per la moda»

LA SFILATA
Dopo lo show al Tempio Votivo con annesso strascico di polemiche, stavolta la passerella per l’ultima collezione di Rick Owens è stata la spiaggia dell’Excelsior. Dopo la collezione uomo, giovedì sera era il turno della collezione “Gethsemane Woman” per la Fashion Week 2021. Ancora una volta, il celebre stilista statunitense ha preferito il Lido agli sfarzi di Parigi insieme al suo staff di modelle, truccatrici, organizzatori arrivati da tutto il mondo. L’ennesimo atto d’amore verso l’isola che ormai considera la sua seconda casa e che frequenta stabilmente da ormai dieci anni. E proprio dal suo attico affacciato sul mare Adriatico ha deciso di ripensare e rinnovare il concetto stesso di sfilata. Una riflessione imposta dallo sconvolgimento della pandemia.
«Ho deciso in questi mesi di sfilare al Lido perché amo questo posto, e perché la mia base a Concordia sulla Secchia è qui vicino. Durante la pandemia mi sembrava giusto fare qualcosa di più piccolo e personale in un posto a me così familiare» spiega Owens al termine della sfilata, mentre passeggia sulla sabbia del Lido. «Diventa quasi una cerimonia privata, la nostra audience è online. Qui al Lido sto provando a rivoluzionare il concetto di sfilata, con show più intimi ma che al tempo stesso consentano al mondo di collegarsi in diretta. Quando guardi una partita di football, vuoi esserci in diretta non la guardi per intero dopo che è successa. Non so cosa succederà dopo la pandemia. Penso saremmo obbligati a tornare indietro. Ma io penso che si debba avere coraggio. La moda è un business, una forma di potere. Ma dopo anni di sfilate a Parigi, mi piace l’idea di correre rischi». A gennaio, la collezione uomo aveva creato non pochi grattacapi a Comune e Patriarcato che aveva chiesto di eliminare dal web le immagini dei modelli che sfilavano sulla scalinata del Tempio Votivo, sacrario militare dove sono custodite le spoglie di migliaia di Caduti. Gli spazi della parrocchia, inoltre, erano stati usati come camerini dai modelli. Un «episodio increscioso» si era giustificata Vela, che aveva sì rilasciato le autorizzazioni del caso ma non per l’uso del sacrario.
In una lettera pubblica, Owens aveva chiesto scusa alla cittadinanza spiegando che quel luogo era stato scelto proprio per portare a conoscenza del mondo un luogo così simbolico. «I miei gesti creativi possono sembrare provocativi, ma sono indirizzati a una positiva osservazione dell’essere umano» aggiunge ora Owens a distanza di due mesi. Giovedì sera, per la sfilata della collezione femminile l’omaggio era rivolto al giardino di Getsemani dove, secondo i Vangeli, Cristo si ritirò dopo l’Ultima Cena per le sue preghiere la notte prima della crocifissione. Sulle note dark e apocalittiche di “Squeeze” di Ghostemane, le modelle di Owens hanno sfilato con abiti lacerati e ricomposti, maniche allungate e spalle esasperate, con body in cashmere riciclato e ricoperti di paillettes o di raso. A fare da sfondo, una sofferenza tragica e il desiderio di rinascita dalla pandemia. —
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