Il risveglio dopo la sedazione «Presto riuscirà a raccontare»

TREVISO

«Marta migliora ora dopo ora ed è perfettamente consapevole di quanto le è accaduto e di quanto ha vissuto, che ricorda per filo e per segno». Il reparto di Terapia intensiva di Cardio-vascolare, si trova al secondo piano del Ca’ Foncello. Lì, al capezzale della giovane 26enne risvegliata dal coma indotto mercoledì sera, ci sono fior di medici, primari, specialisti, che la stanno assistendo «amorevolmente e con competenza». Perché la sua storia, ha colpito tutti. Come spiega il direttore della funzione ospedaliera dell’Ulss 2 Serenissima, Stefano Formentini. «Siamo ottimisti e fiduciosi. E per ora non sono necessari altri interventi». Ma soprattutto – fanno sapere i medici che l’hanno in cura – è cosciente, orientata, consapevole di quanto accaduto, che ricorda molto bene, anzi perfettamente. L’equipe ha a disposizione anche il supporto psicologico. «Quando sarà il momento, se lo vorrà, è a disposizione». Per interrogarla, i carabinieri dovranno attendere il via libera dei medici. «Si rapporteranno con noi» fa sapere. La prognosi non è stata ancora sciolta, in questo momento rimane in Rianimazione, poi toccherà alla degenza ordinaria. I parametri, però, sono tutti buoni, dall’emodinamica alla respirazione. «Marta interagisce con i medici, gli infermieri, le persone che la assistono e che l’hanno in cura e che la stanno seguendo con competenza e bravura» aggiunge. Una squadra che sin dal primo momento, si è fatta in quattro per lei. Formentini ci tiene a citare il 118, che l’ha soccorsa sul posto e intubata nel più breve tempo possibile, il personale del Pronto soccorso, e poi i medici che l’hanno operata: il professor Giacomo Zanos, responsabile di Chirurgia, Silvio Demitri direttore di Ortopedia, Antonio Farnia primario di Anestesia e Rianimazione, il dottor Giorgio Berna, della chirurgia plastica.

Il risveglio dal coma è un lento ritorno alla vita. La prima cosa che Marta Novello ha potuto muovere sono stati gli occhi. Un battito di ciglia, quasi impercettibile, ha riacceso la speranza di chi le vuole bene. Ed era lì a fissarla e a pregare per lei. Subito le luci al neon le sono parse troppo forti, al punto da serrare nuovamente lo sguardo come a volersi proteggere. Ma tanto è bastato per riaprirli di nuovo. —

Valentina Calzavara

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