Il ristorante vincolato di Scarpa modificato senza autorizzazioni
Abusi edilizi, nessuna registrazione al catasto e niente tasse pagate al Comune. Dopo il Lido, la Guardia di finanza colpisce anche a Fusina dove contesta reati e violazioni amministrative a un campeggio e a un’associazione sportiva.
È la nuova puntata dell’operazione Alcione contro lo sfruttamento e gli abusi edilizi avvenuti sui terreni demaniali del litorale veneziano. Le sorprese per i militari della Stazione navale del reparto aeronavale sono state parecchie, tra queste anche un intervento su un edificio di pregio e che pochi conoscono. Si tratta del ristorante che si trova all’interno del Camping Fusina, un edificio costruito su un progetto firmato dall’architetto Carlo Scarpa e che per questo motivo era stato vincolato dal ministero per i Beni culturali. Secondo la Guardia di finanza però il proprietario l’avrebbe restaurato senza chiedere i permessi e per questo motivo è stato denunciato per modifica di un bene storico-culturale.
Nell’ambito dell’operazione, iniziata due anni fa, i finanzieri avrebbero trovato anche una zona in cui erano state realizzati vari immobili (container, tettoie, tensostrutture e un parcheggio) in un’area di 1.200 metri quadrati senza i previsti permessi edilizi e paesaggistici. Inoltre sarebbe stato accertato lo sfruttamento di un terreno a seminativo in cui sarebbe stato costruita una zona rimessaggio per le barche. Naturalmente per il catasto rimane un terreno a seminativo. E il Comune non ha mai chiesto l’applicazione di nessuna tassa.
Sempre a Fusina, i finanzieri hanno scoperto anche un’associazione sportiva remiera, il gruppo Voga Riviera del Brenta, che aveva ampliato, senza le autorizzazioni previste dal catasto, uno specchio d’acqua in concessione per trasformarlo in una zona ormeggi per le imbarcazioni dei soci. Il presidente dell’associazione è stato denunciato per abuso edilizio, paesaggistico e occupazione abusiva di area demaniale.
Il litorale veneziano dal punto di vista demaniale, ambientale, urbanistico e fiscale, è praticamente tutto un'irregolarità. Per anni nessuno si è accorto di nulla e ha chiesto di pagare i tributi locali. Nessuno si è preoccupato di chiedere quanto dovuto a chi gestiva aree e strutture in zone demaniali, che producono reddito.
Prima di questi ultimi controlli nei due anni dell’Operazione Alcione sono stati eseguiti 124 interventi, di cui 119, quindi il 96 per cento, hanno dato esito positivo, leggi irregolarità. Finora i manufatti sequestrati sono stati 106 mentre le aree sequestrate raggiungono i 62.175 metri quadri. Le persone denunciate sono state 56 e i tributi locali (Imu e Ici) evasi raggiungono i 786.894 euro. A completare il quadro ci sono 732mila chili di rifiuti sequestrati, 500 litri di gasolio anch'essi posti sotto sequestro e quattro scarichi abusivi chiusi.
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