«Il rischio allagamenti resta ma ora siamo più preparati»

Auditorium del Candiani al completo per il documentario sull’alluvione del 26 settembre 2007  L’ex commissario Carraro: «Abbiamo fatto molti interventi idraulici e ora c’è più consapevolezza» 
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Mestre, centro culturale Candiani/ Discussione su "A 10 anni dall'alluvione"
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Mestre, centro culturale Candiani/ Discussione su "A 10 anni dall'alluvione"
Il rischio alluvioni resta, ma oggi a Mestre dopo gli allagamenti del 2007 e i più recenti del 2010, sono stati realizzati molti interventi idraulici e c’è una coscienza nuova, la popolazione si sta preparando meglio, fin dalle scuole, con l’educazione dei ragazzi i alla gestione di emergenze di questo genere che si possono sempre ripresentare.


Del resto il clima sta cambiando, le piogge sono più rare ma eccezionali e scaricano in poche ore quantità di pioggia che un tempo cadevano nell’arco di mesi, mentre la rete fognaria in prevalenza mista non riesce a smaltire le acque. E, come non bastasse, c’è il territorio veneziano, in gran parte più basso del livello medio del mare che lo fronteggia e quindi a grande rischio.


Per non dimenticare l’ultima drammatica alluvione del 26 settembre del 2007 – , che ha allagato vaste aree di Marghera, Malcontenta, Mestre e Favaro, causando 44 milioni di danni, un’area allagata di 97 chilometri quadrati e due vittime, intrappolate nei loro garage mentre tentavano di salvare la propria auto – ieri nell’affollato auditorium del Centro Candiani è stato proiettato un film-documentario e si è poi tenuta una conferenza pubblica, organizzata dall’Ordine e dalla Fondazione degli ingegneri veneziani e dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive. Un incontro tra esperti per fare il punto di quanto è stato fatto in questi dieci anni per prevenire nuovi allagamenti o, almeno, ridurne i danni. «Il rischio zero non esiste quando si ha a che fare con fenomeni naturali, in particolare meteorologici – ha detto l’ex Commissario delegato per l’emergenza alluvione nominato dopo il settembre 2007, Mariano Carraro – ma negli ultimi dieci anni a Venezia è stato fatto molto per ridurre il rischio alluvione con importanti opere strutturali e di manutenzione, per un valore complessivo di 300 milioni di euro. Inoltre, stiamo rendendo sempre più consapevoli i cittadini di cosa fare e non fare per prevenirle o gestirle al meglio».


Era presente alla conferenza anche l’assessore regionale all’Agricoltura e alle bonifiche, Pan, per ricordare che la Regione – dopo il ravvedimento dalla decisione di andare al superamento dei Consorzi di Bonifica – ha finanziato gli "Accordi di Programma" tra i Consorzi di bonifica e i Comuni del Veneto", con contributi per oltre 4 milioni di euro: «Finalizzati agli interventi di manutenzione straordinaria sulla rete i privata di scoli, canali e vasche di raccolta, al fine di garantire la sua funzionalità e la possibilità che quest'ultima possa invasare maggiori volumi di acque di pioggia».


Naturalmente, è stato ricordato il determinante del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (l’ex Dese Sile è accorpato all’ex Sinistra Medio Brenta) che – come ha spiegato Michele Caffini del Consorzio stesso – ha: «Realizzato 69 opere su 109 individuate dopo il 2007, spendendo ben 32 milioni di euro. Sono stati realizzati e potenziati gli impianti idrovori per il sollevamento delle acque, quello di Tessera prima di tutti, con importanti ammodernamenti delle pompe e dotandoci di sistemi di previsione e di analisi della pioggia in tempo reale per una rapida gestione degli allarmi». L’ingegnere Umberto Benedetti di Veritas spa ha a sua volta spiegato che l’azienda comunale del servizio idrico integrato, ha realizzato interventi per 44 milioni (finanziati da Regione e Ue) sul sistema fognario per adeguarlo il più possibile alle piogge eccezionali dividendo, ove possibile, gli scarichi di acque bianche e nere.


Il Comune era presente con un funzionario del Dipartimento pianificazione Urbanistica che ha ricordato che ora esiste l’obbligo, per disposizione comunale, di allegare uno studio di compatibilità idraulica a qualsiasi piano di urbanizzazione.


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