Il ripascimento con la sabbia di Piave e Sile

Jesolo. Cattai (Federconsorzi): «Così risolviamo anche il problema della sicurezza delle foci dei fiumi»

JESOLO. Sabbia alle foci di Sile e Piave da utilizzare per il ripascimento. La proposta è del presidente di Federconsorzi, la federazione che riunisce i gestori delle spiagge, Renato Cattai, il quale da anni lancia l’allarme.

La sabbia, soprattutto alla foce del Sile, tende ad accumularsi. È una foce soggetta a essere interrata e, come ha fatto notare il consigliere dell’Ncd, Mirco Crosera, anche la soluzione delle palancole non è più efficace. Secondo Crosera ci sono 20 metri in cui, alla foce del Sile, la navigazione non è più possibile in sicurezza, causando pericolo e danni per la navigazione da diporto e turistica.

La Federconsorzi, che affronta il problema con una certa esperienza alle spalle, ora ha una proposta che potrebbe risolvere molti problemi sulla spiaggia di Jesolo sempre minacciata dall’erosione. «Chiediamo al Comune», dice il presidente Cattai, «di fare in modo che quella sabbia che alle foci costituisce un problema e che deve essere dragata con regolarità, d’ora in poi con una certa frequenza, possa essere prelevata e stoccata sulla spiaggia. Potremmo posizionarla al sicuro in alcune piazze del lido, pronta per essere poi utilizzata dove serve nei tratti in cui viene a mancare».

La Federconsorzi è anche riuscita ad avere dalla Regione il permesso di spostare la sabbia da una parte all’altra del lido, laddove sia necessaria per il ripascimento. «Se a questa facoltà che abbiamo», ricorda Cattai, «uniamo la possibilità di utilizzare la sabbia dragata dalla foci in quantità, ecco che avremo una bella riserva di metri cubi a disposizione per ogni necessità».

Intanto il Comune attende di procedere con i progetti di protezione della costa. Gli studi del Magistrato alle »cque a Voltabarozzo (Padova) hanno messo in evidenza la possibilità di realizzare speciali protezioni, anche subacquee, come soffolte. Ma la “Reef Ball Italia” di Moreno Buogo ha proposto un sistema innovativo la cui sperimentazione verrebbe a costare attorno a un milione: i reef ball, palle di cemento con dei fori che creano una barriera corallina artificiale sotto acqua in grado anche di ripopolare la fauna marina.

Un progetto che il Comune dovrebbe seguire però autonomamente, a meno che non ci sia il sostegno della Regione. La decisione dovrà essere assunta entro breve, perché altrimento anche per quest’inverno la spiaggia vedrà pendere la spada di Damocle delle mareggiate e dell’erosione. (g.ca.)

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