Il ricordo di Gino Donè eroe della “Revolucion”
La storia di “Gino l’Italiano” unisce due comunità in occasione dei 90 anni dalla nascita del partigiano e rivoluzionario a Cuba. Il 18 maggio 1924, infatti, Gino nasceva a Rovarè di San Biagio, dove viveva con la famiglia, il padre era un bracciante, per trasferirsi a Passarella di San Donà tre anni dopo. In occasione dei festeggiamenti del 25 Aprile il gruppo di ricerca storico culturale “El Solzariol” con Giancarlo Ruffato ha deciso di ricostruire la sua affascinante avventura e particolare attenzione alla sua vita nella frazione di San Donà durante la Resistenza. Sarà ricordato per la sua figura preminente nella Resistenza e la Liberazione, assieme all’Anpi, mentre a Rovarè di San Biagio di Callalta un gruppo di giovani si prepara a una serie di eventi a lui dedicati. Una serata, tra fine aprile e i primi di maggio, con la storica Morena Biason che nel suo libro “Un soffio di libertà” ha ricordato Donè e raccontato la Resistenza del Basso Piave, quindi la proiezione di un film su Gino. Il 17 maggio ci sarà la presentazione del libro di Katia Sassoni sulla sua vita in Italia, a Cuba e nel mondo, e il 18 maggio una commemorazione ufficiale nel luogo di nascita di Gino.
Durante l’estate, poi, il regista e cantante Giovanni Giusto farà il suo esordio a San Biagio di Callalta per il suo spettacolo su Gino dopo aver scritto a Cuba una canzone a lui dedicata. La riscoperta di un uomo affascinante le cui ceneri sono ancora in Italia, in attesa di partire per Cuba dove le attende Fidel Castro per unirle agli eroi della Revolucion. Perché Gino fu un partigiano coraggioso nel Veneziano, poi uno degli 82 eroi sbarcati dal Granma assieme ai fratelli Castro e a Che Guevara per dare il colpo finale alla dittatura di Batista. Ha fatto la storia.
«La discrezione, il silenzio e l’abitudine di non parlare di sé», spiega Ruffato, «sono alcuni degli elementi che ci interessano moltissimo e hanno anche un loro fondamento nella struttura personale di un veneto, della grande famiglia patriarcale dei Donè, di via Bari Cavadi. Sappiamo di certo che, secondo le affermazioni del nipote Franco, classe 1941, che la famiglia ha stilato un contratto con il proprietario del terreno di bonifica della zona, Alessandro Rossetto, la cui moglie era una Morassutti, fin dal 1915. La famiglia patriarcale era costituita da tre rami, i figli di Lorenzo, Francesco, padre del notissimo cavaliere del lavoro Adriano, e insieme di Vittorio, Alfonso e Pietro, quindi Sante, Giacomo, nonno di Gino. Nel trasferimento e nella sistemazione a Passarella i primi due abitarono nella casa di Via Bari Cavadi. Il terzo fratello Giacomo ebbe in sorte la casa ormai irriconoscibile che era detta “vecchia” ed era situata all'inizio della stessa via, ove Gino ha abitato per qualche tempo per poi trasferirsi a Passarella nel 1937, nella casa del “nonsolo”, sacrestano, ora della famiglia Pasqual in via Passarella dopo il Bar Centrale, accanto a piazza Madonna della Salute».
«Era», ricorda, «con i fratelli Vittorio, sposato senza figli, Agnese, sposata Marinello a Jesolo, e Teresa, sposata Carnio a Noventa, che lo ha ospitato al suo ritorno dall’America, assieme alla figlia Silvana, che, unica, ha tenuto a lungo i rapporti con lui anche postali».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia