Il reparto che cura l’ictus è tra i migliori d’Italia

L’ospedale di Portogruaro premiato da una ricerca del ministero della Salute Nell’Asl la mortalità per ischemie è dimezzata rispetto al dato nazionale
LAZZARINI FGAVAGNIN PORTOGRUARO NUOVO INGRESSO OSPEDALE CIVILE ..
LAZZARINI FGAVAGNIN PORTOGRUARO NUOVO INGRESSO OSPEDALE CIVILE ..

PORTOGRUARO. A Portogruaro l’incidenza della mortalità per ictus è inferiore di più della metà rispetto al resto d’Italia. Merito del reparto di Stroke Unit dell’ospedale diretto del primario Sebastiano D’Anna. La conferma di questi rilievi virtuosi arriva dal Programma nazionale esiti, lo strumento di valutazione a supporto di programmi di audit clinico e organizzativo a cura del Ministero della Salute. Nel 2016 l’indice di mortalità per ictus ischemico a 30 giorni (ovvero l’indice di efficacia ed efficienza della struttura per la cura in fase acuta) risulta essere per l’ospedale di Portogruaro del 5,44% come dato “grezzo” che, corretto clinicamente, passa al 5,56%, largamente al di sotto della media nazionale che è pari al 12,07%.

Come sottolinea il dottor Antonio Baldi, dello Stroke Team di Portogruaro, se si rapportano i dati relativi all’ospedale portogruarese al “benchmark”, ovvero al confronto di efficienza in ambito nazionale, il dato è altrettanto rilevante considerato che si attesta sullo 0,46% rispetto a quello “ideale” dello 0,68%. «In generale», precisa Baldi, «dal 2010 in poi il livello per quanto riguarda Portogruaro è sempre stato eccellente, con dati inferiori alla media nazionale, eccezion fatta per lo scorso anno quando il dato si è attestato sulla media generale, probabilmente per delle concause, come può essere un picco elevato di influenza, che hanno influito sull’andamento complessivo delle cure».

La genesi del reparto Stroke Unit è esemplificativa delle potenzialità di questo territorio. Nata nel 1999 per iniziativa del prof. D’Anna, la Stroke Unit di Portogruaro, una delle prime attive in Italia, dispone oggi di un team che comprende, oltre al direttore, sette neurologi, una decina di infermieri e un logopedista, esperti nella gestione della diagnosi e del trattamento farmacologico dell’ictus in fase iperacuta (in particolare nel caso dell’ictus ischemico in casi selezionati viene praticata la trombolisi sistemica) e delle relative complicanze. «Sono 17 anni di esperienza», sottolinea D’Anna, «che ci hanno fatto crescere e ci hanno consentito di ottenere notevoli risultati nelle cure dei nostri pazienti, con la Stroke Unit diventata non solo un fiore all’occhiello per l’ospedale e la nostra Asl ma anche un punto di riferimento sia regionale che extraregionale». «Chiaramente c’è sempre molto ancora da fare e c’è sempre da migliorare ma i dati rilevati in ambito nazionale testimoniano che di certo non stiamo fermi ma anzi la professionalità raggiunta da tutto il team è tale che possono ancora essere migliorati, a garanzia dei nostri pazienti e di quanti, purtroppo, necessitano di cure e interventi in questa specifica area clinica».

Rosario Padovano

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia