Il red carpet apre Venezia73, Emma Stone scintillante tra tante stelline

VENEZIA. Emma Stone scintillante in un abito azzurro acqua, si è concessa a lungo per gli autografi ai fan, mentre sul red carpet risuonavano le note di "La la land", appaluditissimo musical firmato da regista Damien Chazelle, che ha inaugurato tra gli applausi Venezia 73: è iniziata ufficialmente la Mostra del cinema edizione 2016. L'attrice americana ha così ritardato lo stretto cerimoniale, sforando sui tempi, concedendo autografi e foto.
Come da tradizione, il red carpet prima della proiezione del film d’apertura della 73esima Mostra del Cinema di Venezia è stato una parata di star, attori e (più o meno) vip: con più di qualche eccesso nel look, con scollature vertiginose e colori accesi, in un trionfo di giallo "acido" scelto da più di un'invitata.
Sul tappeto rosso la madrina della Mostra Sonia Bergamasco in rosa Armani, anche Kim Rossi Stuart, presente come regista ma anche alla guida della giuria per l’opera prima, il regista Kim ki Duk accompagnato dal figlio, Chiara Mastroianni in abito nero di velluto con corpetto di strass, Laurie Anderson in verde, Jeremy Irons. Immancabile Marina Ripa di Meana (senza cappello, ma con uno scialle di piume rosso fuoco) e Daniela Santanché in blu e le starlette straniere come la mia ungherese Barbara Palin.
Nel pomeriggio, il Lido ha ospitato anche la protesta dei dipendenti comunali contro il taglio delle buste paga per colpa dello sforamentod el Patto di stabilità.
Serrati i controlli di sicurezza, con i sei accessi chiusi da muretti d'asfalto antisfondamento, i sub a controllare il canale del Casinò, cani antiesplosivo e forze dell'ordine ovunque, ma il clima è stato di festa, alla presenza del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, in rappresentanza del governo.
LA CERIMONIA. Con un'anima divisa a metà e tutte le contraddizioni della circostanza si è così aperta la 73/ma Mostra del cinema di Venezia. Sobria, espositiva di tutto il grande cartellone del festival, ma sempre con un pensiero altrove, al contemporaneo in un momento in cui «non è tempo per gioire» come ha detto Jerzy Skolimovski, il regista polacco cui Jeremy Irons ha consegnato il Leone d'oro alla carriera dopo aver raccontato carriera e aneddoti di un autore «anarchico»
. «Da una parte partecipare a 10 giorni di grande cinema, dall'altra avere la consapevolezza di quanto accaduto poco più di una settimana fa» ha sottolineato la madrina Sonia Bergamasco che ha condotto la cerimonia di apertura con partecipazione teatrale. Ecco così che l'apertura con La La Land, il musical romantico di Damien Chazelle già acclamato dalla critica e subito finito nella lista di quelli da Oscar, ha una missione in più, quella di far sognare, per due ore pensando ad altro.
Proprio all'inizio della serata, prima che sfilassero uno ad uno tutti i membri delle giurie Sonia Bergamasco ha parlato della «necessità di gesti concreti. È in questo momento che riscopriamo il valore e il senso di fare comunità e la comunità di chi fa cinema sarà in grado di fare la sua parte». E di «capacità di reazione del cinema al tempo presente» ha detto di essere sorpreso anno dopo anno anche il presidente della Biennale Paolo Baratta. Rivolto innanzitutto al ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, presente in sala anche la ministra della cultura francese Audrey Azoulay, Baratta ha sottolineato il completamento della riqualificazione dell'area dove si svolge la Mostra del cinema, con l'apertura della nuova sala Cinema in Giardino in cui saranno proiettati i film «per nuovi pubblici» (apertura con il brivido per due file di sedie non fissate alla perfezione: giornalisti "dondolanti", film di Kim Ki Duk ritardato e operai intervenuti per fissare il tutto). Kim Rossi Stuart, presidente della giuria Luigi De Laurentiis Leone del futuro si è augurato «da bambino» che ci sia spazio «per un cinema libero dall'ossessione dell'incasso che sta fagocitando troppa parte del mercato», mentre Roberto Andò presidente della giuria Venezia classici ha fatto propria la definizione di Italo Calvino applicandola al cinema «classico è quello che continua ad essere contemporaneo».
Dedicata a due artisti da poco scomparsi, Michael Cimino e Abbas Kiarostami, «accumunati da una vitalissima resistenza alle convenzioni», la Mostra ha preso il via. Ad aprirla formalmente Sam Mendes, il presidente di giuria di Venezia 73 che il 10 settembre consegnerà il Leone d'oro. Il regista di American Beauty, degli ultimi 007 Spectre e Skyfall e (forse) di The Voyeur's Motel dal discusso libro di Gay Talese se le voci saranno confermate, ha chiuso la cerimonia così: «tutti i 20 film in gara per me sono già vincitori.
Venezia è un posto speciale, nell'81 ci venivo da studente al Guggenheim e sarà come tornare di nuovo studente». Dopo il film, com' è noto, nessuna festa d' apertura, annullata all'indomani del terremoto. La delegazione di La La Land andrà ad una cena riservata, altrettanto faranno gli ospiti di Alberto Barbera ossia le giurie, il Leone alla carriera Skolimovski, Jeremy Irons.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia