Il record solidale di Moreno che dopo 197 donazioni di sangue va in pensione

Ultimo prelievo, per raggiunti limiti di età, per l’ex operaio di Chirignago. «Ai giovani dico: non fumate e non drogatevi, mangiate piuttosto pane e salame» 

MESTRE. Va in pensione il recordman mestrino di donazioni di sangue. Moreno Ceccon, per raggiunti limiti di età, sabato scorso ha fatto il suo ultimo regalo al prossimo, recandosi al centro raccolta dell'Ospedale dell'Angelo, e chiudendo la sua invidiabile carriera a quota 197 sacche tra sangue e plasma.

A livello locale è ai vertici, come hanno confermato anche dall'Avis comunale di Mestre-Marghera, alla quale è associato da lungo tempo. Ma non sono tanti, in Italia, coloro che possono vantarsi di aver sfiorato o raggiunto quota 200. Un aiuto verso il prossimo che il signor Ceccon, oggi 70enne, ha iniziato nel 1972, quando arrivò alla Breda. Nato a Zenson di Piave nel 1949, in provincia di Treviso, dopo l'alluvione del 1966 si trasferì a Marghera con la famiglia. «Ero tappezziere, ma nel 1969 feci il militare in Puglia» racconta Ceccon. «Ci invitarono a donare sangue, ma non venni preso perché eravamo in troppi». Terminata la leva ecco l'occasione del nuovo lavoro nella cantieristica.

«Appena entrato alla Breda di Marghera fui avvicinato dai colleghi anziani, che mi parlarono del gruppo di donatori che in quell'azienda era una potenza», racconta. «C'era la cultura della donazione, e accettai subito. Solo che pensai di dover essere chiamato da qualcuno, non di dovermi presentare da volontario. Persi tempo, così la prima donazione la feci solo nel febbraio del 1972». Per un donatore dell'Avis la cosa più importante è pensare al prossimo, non alle medaglie per il numero di donazioni fatte. Un concetto che Moreno Ceccon sottolinea: «La salute non mi ha mai abbandonato e sono sempre stato attento. Con il passare degli anni e delle donazioni, i medici mi hanno parlato anche dell'importanza del plasma, e allora qualche volta ho donato pure quello. Una persona fa il donatore non per ambire a un record, ma perché sa che quell'atto di generosità servirà a salvare delle vite. Mi fa felice pensare che, con il mio gesto, posso aver aiutato qualcuno. Ho anche sensibilizzato altri ad avvicinarsi all'Avis, ma non ci sono riuscito nella mia famiglia. A ogni modo una persona se la deve sentire, non la si può obbligare».

Concluso il lavoro alla Breda nel settore Divisione officina scafo, carpenteria pesante, è arrivato il pensionamento sul lavoro. Nel frattempo il signor Ceccon si è trasferito a Chirignago, e sabato scorso in pensione è andato una seconda volta. Avrebbe dovuto farlo già nel 2014, dal momento che i donatori possono essere tali fino a 65 anni. Ma se una persona è particolarmente in salute, i medici possono autorizzare il proseguimento fino a 70. Ed è stato il suo caso. Poi la Legge non concede altre deroghe. «Mi spiace» conclude Ceccon, «avrei potuto anche andare avanti però non si può, e mi sarebbe piaciuto far conto tondo a 200. Sabato, donando per l'ultima volta, ho provato una grandissima emozione. Cosa dico ai giovani? Non fumate e non drogatevi, mangiate piuttosto un panino con il salame e pensate alla salute. E andate a donare il sangue perché potreste rappresentare il futuro per l'Avis».
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia