Il re dei tramezzini e i pavimenti alla veneziana da Mastroianni a Gaber, però mai di domenica

Elio Piccin a Rialto lo conoscono tutti come “re del tramezzino”. Elio per oltre trent’anni, prima in campo delle Beccherie e poi a San Lio ha deliziato veneziani e foresti con tramezzini indimenticabili. «Rettangolari e non triangolari, perché nel rettangolo quello che ci metti dentro è distribuito in maniera uniforme e fino alla fine ne senti il sapore», precisa. Il titolo di “re” non lo ha perso certo andando in pensione. Del resto non poteva essere altrimenti in quanto realizzava ben 150 tipi di tramezzini, garantendo dalle 20 alle 30 specialità ogni giorno. Le giornate di Elio erano interminabili. Iniziavano nel cuore della notte quando i rumori che animavano Rialto erano quelli delle barche che portavano pesce e ortaggi e dei commercianti che allestivano i banchi. Lavoro duro fino alle 11, quando al suo posto arrivava la moglie e lui tornava a casa per accudire la figlia piccola. Comunque erano 15 ore al giorno dietro al bancone. Elio a Venezia è arrivato, quasi per caso. A Sacile, in Friuli, lavorava come cameriere in un ristorante. Poi decise, con la moglie, di aprire una propria attività. La scelta inizialmente ricade sul Friuli, ma poi dopo un viaggio a Venezia per far visita alla sorella che gestiva con il marito un ristorante, sceglie la laguna. Ed eccolo in campo delle Beccherie. In pochi anni si afferma come “Re del tramezzino”. Finisce su mille guide straniere e pure su un libro giapponese. Per le sue specialità si ispira al mondo che lo circonda e con “Scoasse de mercà” vince pure un premio internazionale. Un tramezzino dedicato al mercato di Rialto: gamberi, porchetta, radicchio e rucola. —
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